A Trieste i dieci comandamenti per una comunicazione scientifica non ostile

TRIESTE Nasce oggi il Manifesto della comunicazione non ostile per la scienza, presentato durante la terza edizione di ParoleO_stili, progetto di sensibilizzazione contro la violenza delle parole, durante la quale i più importanti esperti della Rete discutono sui temi della consapevolezza digitale e dei linguaggi ostili: cyberbullismo, fake news, revenge porn, crisis management, ecc. Dieci semplici principi di stile a cui ispirarsi per una narrazione corretta, semplice e non ostile della scienza e delle sue storie. A orientarne la declinazione sono stati i contributi di più di 100 esperti del settore.
🥁Ecco il Manifesto della comunicazione non ostile per la #scienza! 10 semplici princìpi di stile a cui ispirarsi per una narrazione corretta, semplice e non ostile in ambito scientifico!#paroleostili@SharperNight @MCS_Sissa @ESOF_eu @UniTrieste @ParoleOstili @NuovoeUtile pic.twitter.com/8sZoEyDVLf
— Immaginario Scientifico (@immaginario_IS) 1 giugno 2019
Tra i primi firmatari: l’astronauta Umberto Guidoni, Luca Mercalli, Responsabile dell’Osservatorio Metereologico del Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, Mario Tozzi, geologo, divulgatore scientifico e saggista, Paolo Giordano scrittore e fisico italiano, Mauro Giacca del King’s College di Londra, Giorgio Ventre, direttore della Developer Academy Apple di Napoli, Andrea Bandelli Executive Director di Science Gallery, Luigi Amodio, Direttore della Fondazione IDIS-Città della Scienza di Napoli, Barbara Gallavotti, autrice Superquark, Luca Perri vincitore nazionale del talent scientifico Famelab (2015), è un appassionato divulgatore scientifico, Roberto Burioni, medico, accademico e divulgatore scientifico italiano, attivo come ricercatore nel campo relativo allo sviluppo di anticorpi monoclonali umani contro agenti infettivi, Iain Mattaj, direttore Human Technopole, uno dei massimi esperti di biologia molecolare e molti altri.
A @ParoleOstili i toni di @PaoloCrepet51 sono un po’ ostili. Le opinioni possono essere espresse con modi diversi. Dimostrazione di #ParoleOstili live? Per fortuna c’è l’educazione di @annamasera pic.twitter.com/DrCN4W6HL2
— Michele Da Col (@MicheleDaCol) 1 giugno 2019
Ieri ci sono state “anteprime” di grane rilievo. Billy Costacurta è uno degli oltre cento insegnanti d’eccezione che, per un giorno, hanno spiegato che «virtuale è reale» in 38 scuole triestine. Sono stati coinvolti in totale quasi 5 mila studenti e 169 classi. Il primo principio del Manifesto della comunicazione non ostile ha così fatto da cornice a questa grande iniziativa dedicata ai giovani, che ieri mattina ha inaugurato Parole O_Stili.
Ora presidente di Euro2019 Under21 e di Tifiamo Europa, ieri è stato impegnato alla scuola primaria Dardi. Qui Costacurta ha ricordato le proprie radici triestine, da parte del papà. Ragazzine e ragazzini, anche assieme ai docenti e agli altri ambassador, hanno riflettuto su quanto ciascuno nel proprio piccolo possa essere “influencer”. A scuola come sui social, passando per gli spalti di stadi e palestre, ognuno può dare l’esempio agli altri «anche se non è Chiara Ferragni». Gli studenti si sono inoltre interrogati sul ruolo delle nuove tecnologie nella vita di ogni giorno. «Quando ero ragazzo lo smartphone non esisteva - ha detto il campione -, in spogliatoio si parlava tra di noi. Oggi vedo che gli atleti dell’Under21 dopo cena vanno in camera a dialogare attraverso il telefono, invece che rimanere a parlare con i compagni in carne e ossa».
Uno studente ha raccontato: «Una volta abbiamo perso una partita di pallanuoto e molti si sono messi a piangere. C’era chi stava per i fatti suoi e piangeva guardando il cellulare. Allora mi sono incavolato perché secondo me invece bisognava guardare avanti». Un altro si è detto «non del tutto d’accordo perché se le persone piangono allora vuol dire che ci tengono». Hanno concluso che è giusto dare voce alle proprie emozioni, ad esempio piangendo, ed è anche giusto chiedersi il perché delle sconfitte per migliorare e andare avanti. «Durante una finale di Coppa del mondo - ha proseguito Costacurta - sbagliai il rigore decisivo e qualche lacrima mi scese. Fu liberatorio».
Al liceo Carducci Dante l’avvocato Paolo Russo è intervenuto dapprima al fianco del direttore del Piccolo Enrico Grazioli e poi della giornalista Lia Capizzi, volto icona di Sky Sport. Si è parlato della legge sul cyberbullismo, in vigore dal 2017, e di come sia possibile difendersi rimuovendo le offese dai propri profili social, segnalando gli abusi subiti a Facebook, Instagram e così via se non addirittura al garante della privacy. È stata ricordata Carolina Picchio, suicida a 14 anni a causa di un video, diffuso in rete, in cui lei era vittima di molestie sessuali. «Anche a me, una donna adulta che sta su internet per lavoro, è capitato di piangere a causa delle offese - ha raccontato la giornalista di Sky -. L’ambiente dello sport, nello specifico quello del calcio, può essere ostile: i tifosi mi hanno scritto parolacce e volgarità solo perché sono una donna. Bisogna tenere a mente, nel bene e nel male, che siamo tutti schedati. Per la polizia postale è un attimo trovare l’indirizzo IP di un telefonino. Esistono sistemi per risalire ai commenti social pure se sono stati cancellati - ha concluso Capizzi -. Anche i più grandi campioni che mi è capitato di intervistare, Kobe Bryant e Valentino Rossi, ricevono insulti. Hanno imparato a non lasciarsi toccare».
Dal mondo dello sport a quello delle istituzioni. Al liceo Galilei la senatrice Valeria Fedeli, già ministro dell’Istruzione durante il governo Gentiloni, ha citato Liliana Segre, senatrice a vita sopravvissuta alla Shoah: «Non bisogna essere indifferenti, mai». Il tema del dibattito erano le fake news. È stato portato ad esempio un articolo giornalistico fasullo, apparso sul web, in cui si mostra un tavolino a forma di svastica presentato come il nuovo modello Ikea “Hitler”. I liceali condividerebbero sui social un contenuto simile? «Forse in chat privata, per ridere con gli amici», ha risposto qualcuno. Fedeli ha fatto notare che «anche se la fake news può far ridere qualcuno, quel simbolo è parte di una storia vera: anche in questo senso virtuale è reale. A volte si rischia di mettere dei “mi piace” in maniera poco consapevole». All’istituto Nautico c’era invece Zeno D’Agostino, presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare Adriatico orientale, che non si è sottratto alla super foto di gruppo con ragazze e ragazzi. E l’elenco potrebbe continuare. —
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