«A Trieste ho preso 48 multe da 160 euro per scaricare il gelato»

Il titolare del locale Salvatore Gangemi sostiene che il Comune lo perseguita: «Questo è un pizzo legalizzato. Per poter lavorare il camion deve scaricare nei pressi di piazza della Borsa»
Lasorte Trieste 20/02/14 - Capo di Piazza, Gelateria La Siciliana, Cangemi
Lasorte Trieste 20/02/14 - Capo di Piazza, Gelateria La Siciliana, Cangemi

«Questo non è fare multe, è un pizzo legalizzato». Salvatore Gangemi è esasperato, non ne può più: «L’altro giorno ho anche perso le staffe e mi sono messo a urlare». Di motivi per tanta furia ne ha un bel po’: quarantotto, per la precisione, da 160 euro ognuna. Multe che si vede affibbiare mentre il suo gelato si scioglie.

Il titolare della gelateria “La Siciliana” di piazza della Borsa nell’ultimo anno ha accumulato multe sufficienti a tappezzarci un muro di casa. O, se vogliamo ricorrere a un metro di misura meno suggestivo ma più concreto, pari a 7mila 680 euro. Il problema di Gangemi è che lui queste multe non può fare a meno di prenderle: «Da quando no ci sono più gli spazi di carico e scarico nei dintorni di piazza Unità non ho più un posto in cui fermarmi con il camion per portare i gelati nel mio esercizio».

Si instaura così una dinamica che il titolare della gelateria sintetizza così: «Il gelato noi lo produciamo in zona industriale e lo portiamo in centro con il furgone frigorifero. Per poter scaricare non posso parcheggiare a Barcola: devo fermarmi nei pressi dell’esercizio altrimenti il gelato si scioglie e si interrompe la catena del freddo. Devo quindi scaricare vicino all’attività per rispettare le norme della ristorazione e, soprattutto, i miei clienti». L’unica zona di carico e scarico nei pressi, infatti, sarebbe quella di Largo Granatieri, «che però è chiuso da una sbarra, non è a libero accesso, quindi non si può considerare un posto in cui lavorare».

Succede quindi che Gangemi parcheggia il suo furgone a «venti, venticinque metri dalla gelateria, al massimo per cinque minuti. Una volta sì e una volta no - dice - arrivano i vigili e mi multano perché ho parcheggiato in divieto. Ogni volta gli spiego che non posso fare altrimenti, e ogni volta mi rispondono che c’è “tolleranza zero”. Però quando arriva il presidente delle Generali i vigili lo scortano, mica gli fanno una multa: l’ho visto con i miei occhi». Gangemi si sente perseguitato: «I vigili multano sempre me, mi vien quasi da pensare che aspettino il mio arrivo guardando in telecamera».

Il gelataio si è rivolto alla sua associazione di categoria, la Fipe. Il presidente Bruno Vesnaver commenta: «Gangemi ha ragione e siamo con lui - dice -. Ci sono esercizi commerciali che hanno esigenze particolari, le gelaterie sono uno di questi. Più di un mese fa abbiamo inoltrato una richiesta di incontro agli uffici comunali ma non abbiamo ancora avuto risposta». La richiesta della Fipe è l’istituzione di una o due brevi fasce quotidiane in cui consentire il carico e scarico: «Questa situazione non si può imputare a Gangemi e in fondo nemmeno ai vigili - dice Vesnaver -. Vorremmo che gli uffici ci convochino e che si trovi una soluzione, anche perché il problema non riguarda soltanto la gelateria».

L’assessore competente Elena Marchigiani non conosce il singolo caso, ma assicura che il tema del carico e scarico è tra i suoi obiettivi: «Nella stesura del piano del traffico abbiamo preso in considerazione anche la posizione dei carico e scarico - dice -. Stiamo studiando diverse soluzioni». L’applicazione di fasce orarie, dice Marchigiani, è uno degli strumenti che l’amministrazione punta ad adottare: «È una cosa che succede normalmente in tutte le città e vorremmo introdurlo per risolvere criticità come quelle di questa gelateria».

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