A Teheran l’arte del design si ispira al made in Italy
TEHERAN. Basta passeggiare tra le rovine di Persepoli, una delle aree archeologiche più spettacolari al mondo, per capire che da migliaia di anni il popolo persiano coltiva l'arte del design. Grazie agli accordi sul nucleare la Repubblica islamica iraniana si è aperta nuovamente al commercio mondiale e, dopo decenni di ristrettezze, le classi abbienti in espansione possono accedere al meglio dell'offerta internazionale.
L'hanno capito bene i le cucine della friulana Snaidero i due giovani imprenditori, l'italo-iraniano di Udine Dario Zareipour e l'iraniano Maziar Amirhosseini, che nel cuore di Teheran hanno dato vita a Casa Italia, uno dei più avanzati show room per il design italiano in Iran. Un realtà che affonda le sue radici nel Nordest, grazie ai legami territoriali di Zareipour e del padre Younes, imprenditore a sua volta. Basta guardare ad alcuni dei maggiori marchi rappresentati all'interno della show room: le cucine della friulana Snaidero, i pavimenti in legno della trevigiana Garbellotto, i raffinati vetri muranesi di Venini.
Casa Italia si trova nella parte nord di Teheran: la capitale iraniana è sdraiata sullo sterminato pendio che dall'altopiano iranico ascende alle vette dei monti Elburz. Tra la parte meridionale, quella più a valle, e la parte settentrionale vi è un dislivello apprezzabile. È nella parte nord, sotto alle cime innevate, che vive l'alta borghesia iraniana. A differenza dei quartieri disagiati del sud, qui la qualità della vita è eccellente, le ville hanno poco o nulla da invidiare alle zone più in voga di Londra, e le regole khomeiniste in fatto di costume sono rispettate sì, ma in modo estroso. Il velo obbligatorio per le donne copre soltanto la nuca delle ragazze che passeggiano sui marciapiedi di Teheran nord.
È qui, in un edificio su cui non campeggiano insegne, perché il cliente deve sapere in anticipo come raggiungere il posto, che si trova la show room Casa Italia. Il Ceo dell'azienda, Maziar Amirhosseini, si aggira fra le stanze indicando i prodotti in vendita: «Puntiamo ai livelli più alti - dice -. Questa cucina Snaidero è detta "Ferrari", perché il progetto di Pininfarina rispecchia nei materiali, fibra di carbonio, e nel design l'idea della casa automobilistica».
Punta poi il dito sulla decorazione del pavimento in legno della sala d'ingresso: «Questa è una riproduzione, ovviamente più piccola, del lavoro che Garbellotto ha fatto a casa di Vladimir Putin». Prodotti per palati esigenti. «Il responso dei nostri clienti è molto buono - dice Amirhosseini -. Aiuta il fatto che abbiamo i migliori contatti con le aziende e con gli architetti italiani, e l'aver scelto i marchi giusti. Design di questo tipo si trova soltanto qui».
Ma chi può permettersi prodotti del genere in un paese non facile, con grandi disparità economiche, come l'Iran? «La nostra clientela è il 2% della popolazione, il tre al massimo - spiega l'imprenditore -. Il nostro mercato principale è Teheran nord, anche se ci stiamo estendendo nelle città maggiori dell'Iran. Raggiungiamo i clienti attraverso inserzioni sulla stampa specializzata e, ovviamente, con il passaparola». Questo è il momento storico adatto per un'operazione come quella avviata da Zareipour e Amirhosseini: «Il nostro paese ha attraversato momenti complessi - dice quest'ultimo -. Prima la Rivoluzione, poi una guerra molto pesante e lunga con l'Iraq. In quel momento, più che allo stile di vita, tutti gli iraniani pensavano soprattutto alla propria sopravvivenza». Con la fine del conflitto irano-iracheno e durante gli anni Novanta, però, le cose hanno iniziato a cambiare: «Vent'anni fa il mercato ha cominciato a tornare a una situazione normale - commenta Amirhosseini -. Le case hanno smesso di essere semplici luoghi in cui vivere e le persone hanno ricominciato a prestare attenzione al design».
Questo vale non soltanto per il ristretto e danaroso arco di popolazione a cui si rivolge Casa Italia: «Parlo anche di chi sta fuori dal nostro mercato - precisa l'imprenditore -. I giovani iraniani di oggi magari non hanno molti soldi, però coltivano il buon gusto anche nel risparmio».
L'interno delle abitazioni ha un peso particolare nella vita degli iraniani, soprattutto per chi vive in grandi città come Teheran: la Repubblica islamica impone regolamenti precisi su ciò che è consentito e non è consentito fare pubblicamente. Ciò comporta che una fetta importante della socialità, soprattutto tra i più giovani, si svolga nel perimetro delle mura domestiche. Ecco quindi che l'attenzione agli interni è in aumento. Così come, con la fine delle sanzioni ora si guardano con attenzione all'alta qualità italiana.
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