A Straccis c’è odore di paura «per quel vicino invisibile»

Le scarne testimonianze dei condomini. Adriano Paoluzzi: «Era un ragazzo riservato, siamo tutti sorpresi. Sembrava tranquillo, mai un problema»
Alcuni abitanti del rione di Straccis a Gorizia (foto Bumbaca)
Alcuni abitanti del rione di Straccis a Gorizia (foto Bumbaca)

Nel mezzo della corte polverosa, dietro la grata di una piccola edicola, la Madonnina guardava silenziosa il trambusto che ieri turbava la quiete di quella che, un tempo, era la “Nova York” di Gorizia. Meglio, “Nevjorc”, per dirla come facevano i goriziani di una volta, rendendo bene il senso di quel quartiere fatto di condomini tutti uguali e, già allora, multietnico. Chissà quante volte ci sarà passato davanti, a quella Madonnina, Elmir Avmedoski, e cosa avrà pensato di quel simbolo della religione che ora, nelle fila dell'Isis, sta con ogni probabilità combattendo. Di lui restano poche tracce, a Gorizia. Nessuna in via Trieste 20, dove pare avesse sede la sua attività. Qualcosa nel vecchio stabile popolare al civico 38 di via dei Torriani, a Straccis, dove ha abitato a lungo.

All'ingresso scalcinato, la cassetta della posta trabocca di corrispondenza: ci sono bollette, pubblicità, raccomandate e avvisi di giacenza con le date di giugno 2014. Poco sotto, scritto a penna sul metallo della cassetta, si legge “trasferito”, come se qualcuno avesse voluto far capire ai postini che non valeva più la pena di passare. Elmir abitava al piano terra, dietro una porta scura che oggi non ha campanello né dicitura alcuna, totalmente anonima. Lo sappiamo perché l'unico ad aprirci, nel palazzo, è Sadet Hozanovi, un ragazzone che abita esattamente sopra l'appartamento dei Avmedoski. «Non lo conoscevo bene, lo incrociavo di tanto in tanto – ci dice, timido ma gentile -. A volte salutava, altre no, ma questo non mi ha mai fatto pensare che non fosse una brava persona. Per il resto, stava sulle sue». Chiediamo a Sadet che effetto gli faccia pensare al suo vicino di casa come uomo dell'Isis. Non si scopone, abbozza un sorriso amaro e aggiunge: «Non so cosa dire, sono musulmano anche io, ma niente Isis, davvero».

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La casa dove abitava Elmir Amvedoski (foto Bumbaca)

«Quel ragazzo era molto riservato, quasi invisibile – dice invece Adriano Paoluzzi -, e non a caso io che più o meno conosco tutti, qui, ne so poco o nulla. Mia figlia prima mi ha telefonato e mi ha detto della notizia sentita alla radio, siamo tutti sorpresi». La voglia di parlare è poca, nella corte che comunque brulica di vita, tra auto parcheggiate e bambini che corrono allegri. Anche chi lo fa, preferisce non esporsi. Di questi tempi, non si sa mai. Ai tavolini sotto alcuni pergolati, donne e ragazze chiacchierano tra loro. «Non parliamo italiano, e non sappiamo nulla. Elmir Avmedoski? Mai visto», si affrettano a dire, e non è difficile capire che l'intrusione del cronista non è cosa gradita. «Abito qui da un po', ma francamente non ho mai fatto caso a questa persona”, dicono invece alcuni ragazzi italiani, per una risposta assai simile a quella che due giovani donne dell'est, che abitano in uno degli appartamenti a poche decine di metri di distanza, ci danno poco dopo. «Is? Siamo messi proprio bene allora – sospira un altro vicino -. Si, ho presente chi fosse Elmir, anche se non lo conoscevo se non di vista. Posso dire che non ha mai dato alcun problema, e che all'apparenza sembrava una persona tranquilla ed educata». In fondo la convivenza tra culture e religioni diverse, in questo quadrato di case a Straccis, è pacifica quotidianità. «Di vista ci si conosce un po' tutti, ma tendenzialmente ognuno sta per conto suo, gran parte degli stranieri che vivono qui sono persone riservate – ci racconta un residente -. Notizie come queste però turbano, inutile negarlo». Ci allontaniamo verso la strada, e subito, all'interno della corte, l'atmosfera sembra farsi meno tesa, si respira l’aria . In mattinata, del resto, non erano sfuggite la visita delle auto della polizia e un via vai di volti insoliti, da queste parti. Proprio sotto gli occhi silenziosi della Madonnina, tanto serena da far scordare per un attimo il disordine, la confusione, i cattivi pensieri tutt'attorno.

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