A rischio due Intercity Trieste-Venezia
UDINE. Nel giorno in cui Trenitalia conferma i collegamenti dal Friuli Venezia Giulia su Roma e Milano pure con l'orario invernale, con il vantaggio tra l'altro di una riduzione di 10 minuti sui Frecciarossa per Milano, a livello nazionale rimbalza la notizia dell'odor di taglio per gli Intercity, compresi quelli che collegano al mattino e alla sera Trieste e Venezia.
Dall'11 dicembre - così informa Trenitalia - i Frecciarossa sull'asse Roma-Milano si arricchiscono di altre quattro corse. Nel "pacchetto" invernale rientrano pure le nuove rotte per la neve (Courmayer, Madonna di Campiglio e Cortina) e l'alta velocità. Novità quest'ultima che ha riflessi anche sui Frecciarossa in partenza dalla regione. In un quadro complessivo di stabilità (i collegamenti verso Lombardia e Lazio sono garantiti da un finanziamento regionale di 3 milioni di euro), gli Etr 500 ora a disposizione in regione dopo che sulla Milano-Napoli sono stati introdotti 50 Frecciarossa 1000 "Pietro Mennea", potranno infatti sfrecciare a 300 all'ora nei 40 km tra Treviglio e Brescia. Il collegamento Trieste-Milano che attualmente parte alle 6.08 e arriva alle 10 chiuderà così la sua corsa alle 9.50, naturalmente con le stesse modalità di servizio: le quattro classi executive, business, premium e standard, la rete wi-fi con intrattenimento e connessione internet 3G per tutti e, per chi sceglie la executive, anche una sala meeting con tavolo riunioni, sei poltrone e un monitor ad alta definizione 32 pollici collegabile al computer personale per videoproiezioni. E, sempre per i clienti top, il caffè iperespresso Illy, spremute d'arancia e pasti gourmet con piatti caldi o freddi, serviti al posto a colazione, pranzo, aperitivo e cena. Non manca nemmeno l'edicola con quotidiani e riviste.
La cattiva notizia arriva invece in materia di Intercity, collegamenti che, è confermato anche da fonti Trenitalia, sono a rischio soppressione. La questione, nel quadro della trattativa Fs-ministero dei Trasporti sul nuovo contratto per il cosiddetto servizio universale, riguarda 14 corse low cost sul territorio italiano, compresa una coppia tra Trieste e Venezia: l'Ic 734 in partenza dal capoluogo regionale alle 22.06 e in arrivo a Mestre alle 00.05 e l'Ic 735 Mestre-Trieste delle 5.50 (arrivo in città alle 7.46). Treni (il primo per turnisti e turisti, il secondo anche per i pendolari) non troppo frequentati (a volte si viaggia con meno di 40 passeggeri) e dunque inevitabilmente nel mirino in una fase in cui si sta definendo un contratto da 220 milioni di euro che, nelle intenzioni delle parti, punta a un miglioramento del servizio (ristorazione a bordo, pulizie durante il tragitto, wi-fi, carrozze nuove) ma ipotizza anche una riduzione dei costi, giacché il servizio Intercity italiano accumula ogni anni 45 milioni di perdite.
Nel nuovo contratto, fa sapere il ministero dei Trasporti, «ci sono 95 milioni in più e altri 112 milioni in più ci saranno dal 2018 in poi per salvare un servizio che stava morendo». Il piano è dunque quello di sacrificare alcune tratte dove gli Intercity viaggiano vuoti e allo stesso tempo rafforzare ciò che resta. Per esempio sulla Jonica da Reggio Calabria a Taranto e forse fino a Bari. A svantaggio di altre zone dove c'è invece un servizio regionale che funziona come sulla Torino-Genova e dove quindi non si correrebbe il rischio di penalizzare i viaggiatori.
Al momento i due Ic Trieste-Venezia risultano prenotabili, ma la scure potrebbe calare a metà gennaio e dunque il caso resta aperto. «Non c'è dubbio che, ci togliessero quei treni, ritorneremmo esterni all'Italia che conta», osserva il segretario regionale Filt Cgil Valentino Lorelli. Perplesso anche Andrea Palese, coordinatore del comitato pendolari Alto Friuli: «Un treno cancellato non è mai una buona notizia. È opportuno dunque che la Regione, dopo aver raggiunto tra l'altro un accordo di sistema con Rfi, sensibilizzi Roma sull'opportunità di mantenere i due Ic».
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