A rischio 40 posti nelle cave di Aurisina
DUINO AURISINA. Una quarantina di posti di lavoro a rischio. E' questa la drammatica realtà che sta avvinghiando, in un groviglio di tentacoli giuridico-amministrativi, la realtà produttiva delle cave del Carso e che è emersa ieri mattina, nel corso della seduta che la seconda Commissione consiliare del Comune di Duino Aurisina ha dedicato al tema del "rinnovo della concessione delle aree comunali sulle quali insistono le cave" e sulle quali operano attualmente tre aziende che fanno capo alla società consortile a responsabilità limitata "Marmi del Carso", di cui è presidente Betty Sonzogno. Le tre società sono Cava romana spa, che conta da sola una ventina di dipendenti, la Pizzul srl e la Gorlato spa. Vanno considerati inoltre coloro che lavorano nell'indotto dell'industria del marmo che, sul Carso, vanta una lunghissima tradizione di operatività e prestigio. In sostanza, sulle particelle di territorio sulle quali sta operando il consorzio è in essere un contratto di concessione che andrà a scadenza il prossimo 24 luglio. Sul rinnovo di tale concessione la Regione dovrebbe poi concedere le necessarie autorizzazioni all'attività estrattiva. Ma sul rinnovo della concessione si è accesa una disputa. Da un lato c'è il Comune, che ha provveduto, come ha ricordato il vice sindaco, Massimo Veronese, «ad approvare una delibera di giunta per rinnovare la concessione per altri 20 anni con la Marmi del Carso, nella quale si specifica che gli introiti del contratto saranno successivamente trasferiti alla Comunella con atto consiliare». Dall'altro c'è la Comunella di Aurisina, presieduta da Walter Pertot, che ha presentato un'istanza, rivendicando la piena proprietà di tali particelle e, di conseguenza, il diritto all'incasso diretto del corrispettivo. Un problema difficile da risolvere, soprattutto in tempi brevi. Al termine della seduta, il presidente della Commissione, Roberto Gotter, ha comunicato che invierà alla giunta «una nota - ha precisato - per chiedere che all'esecutivo, ai componenti la Commissione stessa e ai consiglieri regionali triestini sia affiancato un team di legali per cercare di trovare, nel minor tempo possibile, una soluzione giuridica adeguata e sufficiente per assicurare la continuità dell'attività del lavoro nelle cave». «Sono sorpresa - ha commentato nel pomeriggio Betty Sonzogno, appena conosciuto l'esito della seduta - perché nessuno si aspettava che si potesse creare una situazione così critica. E' stato un autentico fulmine a ciel sereno, perché avevo avuto ripetute rassicurazioni dal Comune in relazione a una soluzione da concretizzare in tempo utile. A noi non interessano le dispute fra Comune e Comunella, ma la salvaguardia dei posti di lavoro. E' da luglio che aspettiamo e ora siamo preoccupati».
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