A rimetterci non sia questa terra
TRIESTE Dovesse (e ogni pronostico ora vale ancora giusto come un pronostico) concludersi la crisi con la formazione di un governo M5S-Pd e dintorni, la conflittualità tra le parti e i partiti non sembra comunque destinata a diminuire. Anzi. Nel caso, Trieste, Gorizia, Monfalcone e l’intera regione si troverebbero con governi nazionale e locali a trazione diversa, in un clima avvelenato dal precipitare improvviso dell’esperienza gialloverde. Non che l’asse leghista Roma-Friuli Venezia Giulia abbia portato in questo anno e mezzo risultati strabilianti, non che si sia espresso in molto altro che l’insistenza sui temi della sicurezza e del controllo di una qualunque frontiera, ad esempio, e dei suoi flussi migratori: ma tant’è (e tant’era), in uno schema in cui il pragmatismo del territorio riusciva comunque su alcuni temi a compensare la vaghezza autocelebrativa di un esecutivo centrale tutto proclami e selfie fino al disastro d’agosto.
L’incancrenirsi dei rapporti, che comunque finirà la crisi risulteranno peggiori di quelli preesistenti, lascia temere che a breve si possa vedere solo di peggio: se prevarrà il gioco d’ostruzione e un malcelato sentimento di vendetta o di delegittimazione, da una parte e dell’altra. È persino molto relativo che di un oggi ipotetico nuovo governo possa far parte un (o addirittura più di uno) rappresentante di questa terra. La chiave resterà il tenere al centro dei pensieri i destini di quest’area e non quelli dei suoi esponenti politici. Lavoro, porto, infrastrutture, ambiente, formazione, sanità, turismo e ad avvolgere il tutto il cruciale posizionamento geopolitico, nel cuore di un’Europa cuore del mondo: se è l’alba di una stagione nuova (e se le ultime vicende hanno insegnato qualcosa), da qui lo si vedrà anche osservando come verranno affrontati questi temi. Se cercando un punto comune di intesa per la crescita, come auspicano i cittadini più consapevoli. Oppure considerandoli solo argomento di scontro, come farebbe piacere alle tifoserie rancorose: da una parte e dall’altra.
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