A Punta Sdobba rimasti 7 abitanti

Sono solamente in sette i residenti rimasti nel piccolo e suggestivo villaggio di pescatori di Punta Sdobba. Una zona nota anche per le numerose vicende storiche legate alle guerre poiché si trova in prossimità della foce dell’Isonzo. Per raggiungere Punta Sdobba è necessario arrivare a Fossalon e quindi puntare sul Caneo.
Attenzione, però, l’accesso con le auto è consentito solo ai residenti e agli autorizzati. Poi si deve proseguire a piedi fino al villaggio dove c’è anche un osservatorio che spazia proprio sulla foce dell’Isonzo. Negli anni Sessanta a Punta Sdobba c’erano un centinaio di residenti (era attiva anche una scuola elementare con l’edificio che di domenica veniva trasformato in chiesetta); nel 2017 erano in 18; ora, come detto, sono rimasti solamente in 7 dei quali 4 sono donne. Ma non è un villaggio quasi totalmente abbandonato come parrebbe, anzi. Infatti, ci sono diversi pescatori che hanno base proprio nel porticciolo di Punta Sdobba dove operano giornalmente.
Spesso si vedono inoltre, i concessionari di alcuni casoni(sono identificati così ma in realtà si tratta di piccole costruzioni in muratura), oggi decisamente ben trasformati, che li utilizzano per trascorrere giornate di relax e che non sono residenti ufficialmente in questo piccolo angolo semisconosciuto. A quanto pare, però, nessuno di questi si trovava nelle giornate di acqua alta al villaggio e la sorpresa che troveranno, o hanno trovato, al loro sopralluogo sarà stata sicuramente molto brutta.
Complessivamente a Punta Sdobba ci sono 25 “casoni”. Ne parliamo, dunque, perché il villaggio si trova in una zona dove l’acqua alta dei giorni scorsi è entrata prepotentemente da tutte le parti e con livelli significativi. A ciò si è aggiunta la furia degli elementi che ha combinato disastri. Notti in bianco per tutti (la prima, quella del 12 novembre) e ingenti danni; persino i ponticelli di legno sono stati completamente distrutti; legnaie svuotate dalla furia del mare; tutto quanto c’era all’esterno è stato spazzato via. Tra l’altro buona parte di quanto è stato asportato è finito nel porticciolo che per qualche giorno è diventato pressoché impraticabile in quanto ci sono voluti non pochi sforzi per poter movimentare nuovamente i piccoli pescherecci e gli altri scafi. All’interno delle abitazioni invece danni di ogni genere per tutto ciò che era posizionato in basso poiché l’acqua è salita addirittura, fino a 70-80 centimetri di altezza. Quella notte fra il 12 e il 13 novembre scorsi quei pochi abitanti del villaggio hanno dovuto, come ci hanno raccontato, stare seduti o sdraiati sopra i tavoli o, chi ha dei soppalchi, nella parte superiore, poiché sotto era davvero impossibile starci. Ora la situazione è decisamente migliorata e sicuramente non mancheranno i visitatori, specialmente gli appassionati della bicicletta che dopo aver percorso la pista ciclabile provinciale che parte da Grado, transita dinnanzi a Pineta e alle Valle Cavanata; si sale quindi sull’argine di Fossalon e si percorre la ciclabile fino al Caneo. Qui si svolta a destra e si prosegue fino a Punta Sdobba. Un percorso che merita davvero di essere fatto. —
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