A Prosecco il tour virtuale nel campo dove si “creavano” i soldati

Il parco di addestramento militare austroungarico di Prosecco è diventato un ecomuseo: il percorso sui luoghi della Grande guerra nato nel Bosco Fornace si chiama 97, come l’unità del reggimento che lo utilizzava. Un sistema di totem con codice Qr permette approfondimenti sui singoli manufatti

TRIESTE Uno sguardo rivolto al passato, ai manufatti della Grande guerra, per poter guardare alla rigenerazione del territorio e al futuro sviluppo del Carso in chiave turistica. Si chiama 97, come il numero del reggimento di fanteria dell’esercito dell’Impero austro-ungarico, un’unità composta da uomini arruolati tra il Litorale e la Carniola, tra Plezzo/Bovec e la Contea di Gorizia e Gradisca, tra il Friuli, il Carso, Trieste e il sud dell’Istria.

 

Sul Carso un ecomuseo nel campo dove si "creavano" i soldati

 

Si tratta di un percorso che si sviluppa all’interno del Bosco Fornace di Prosecco, lungo l’Alpe Adria Trail, in quello che gli storici hanno classificato come un vero e proprio campo di addestramento alla guerra. Il progetto, che gode del patrocinio di PromoTurismoFvg e che è stato inaugurato ufficialmente a luglio è stato reso possibile grazie a un finanziamento della Regione in occasione del Centenario della Grande guerra.

 

 

Il bando che ha portato alla realizzazione di questo percorso storico-naturalistico, dalla forte vocazione turistica, è stato vinto dall’architetta triestina Manuela Schirra, laureata all’ateneo giuliano e dottorata alla Iuav di Venezia, che con questo lavoro è riuscita a riportare alla luce un importante pezzo di storia di questo territorio che rischiava di finire nell’oblio del tempo, nascosto dalla vegetazione di un terriorio che deve la propria biodiversità vegetale al lavoro lungimirante di Josef Ressel, autore di un programma di rimboschimento delle terre meridionali dell’Impero austro-ungarico.

«Questo parco – spiega Schirra – è frutto di un impegno che in questi anni mi ha portato a esplorare i concetti di rigenerazione territoriale e di sviluppo di un turismo eco e slow, attraverso i quali indurre le persone a prendere coscienza rispetto alle peculiarità di un luogo. Il mio obiettivo è quello di riuscire a innescare e sviluppare micro-economie a partire da progetti che siano in grado di attualizzare conoscenze e culture locali».

 

 

Il percorso, la cui lunghezza di 2 chilometri si sviluppa in un raggio inferiore ai 500 metri, presenta dei manufatti che versano in uno stato di conservazione straordinario e che permettono di vedere da vicino le modalità di costruzione degli apparati di guerra e le diverse tecniche di combattimento adottate. La peculiarità di questo parco, che si apre poche centinaia di metri alle spalle del monumento ai caduti di Prosecco, è data dal fatto che una serie di totem in acciaio inox, posti in corrispondenza dei principali manufatti militari, consentono di scoprire ogni dettaglio di uno straordinario scenario di guerra dove, come ci tiene a precisare l’autrice del progetto, «non è stata versata una goccia di sangue».

La lettura del Qr-code inciso sul totem regala l’accesso a delle schede che, attraverso il sito turismofvg.it, consentono di visionare le mappe, le informazioni e le fotografie del sito. Il tutto può essere visualizzato mediante l’utilizzo di uno smartphone nel corso di una visita che è possibile approfondire, sempre attraverso la medesima applicazione, una volta rientrati a casa.

 

 

Ogni singolo manufatto è stato consolidato e riportato alla luce dalla stessa architetta e dal restauratore Andrej Rupel, grazie a un lavoro che è durato oltre un anno e che ha coinvolto, in qualità di esperti e consulenti, anche Roberto Todero dell’associazione Zenobi e Srecko Rože del Museo militare Tabor Lokev.

Quattro le stazioni di questo percorso: una caverna che è stata adattata a ricovero militare, che presenta delle nicchie scavate con mine e una serie di gradini in muratura per favorire la discesa; un cumulo parapalla e la vicina baracca per il controllo del colpo, elementi terminali di un poligono di tiro; una trincea riprodotta fedelmente in modo che i fanti dell’epoca potessero addestrarsi con il fucile, prendendo confidenza con uno spazio dove spesso il confine tra la vita e la morte veniva superato in seguito a una banale disattenzione; la grotta per il ricovero, lo stoccaggio di munizioni e di provviste alla quale si accede grazie a delle scale scavate nella roccia, vicino ai resti della struttura di guardia costruita a secco.

Il percorso di Prosecco è il primo tassello di quello che potrebbe diventare una sorta di ecomuseo diffuso, dal momento che a Contovello, con la stessa modalità operativa e grazie allo stesso bando, verrà riportata alla luce la Trincea del Litorale, una linea che correva da Duino a Cittanova d’Istria e che serviva a proteggere il territorio tra il 1914 e il 1918.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo