«A processo per i falsi taxi dei clandestini»
Il segretario provinciale della Lega Nord e candidato vicesindaco in pectore, Pierpaolo Roberti, deve essere processato per aver detto cose non vere e lesive dell’onorabilità dell’Azienda sanitaria, circa l’esistenza di un protocollo per il trasporto in taxi dei clandestini. Lo ha disposto il gip Laura Barresi, che ha ordinato al pm Massimo De Bortoli - che ne aveva chiesto l’archiviazione - l’imputazione coatta dell’esponente politico. Lo stesso giudice ha “assolto” invece il capogruppo alla Camera e segretario della Lega Nord Fvg, Massimiliano Fedriga, che aveva rilanciato le dichiarazioni di Roberti in un’interrogazione al ministro della Sanità.
La vicenda giudiziaria è stata innescata dalla pubblicazione il 23 giugno 2015 sul sito “www.triesteprima.it” della notizia dal titolo: «Immigrati in taxi pagati dai triestini». «La sanità triestina - aveva detto Roberti - è allo sbando e ora si è deciso di tagliare ulteriori servizi ai cittadini e destinare nuove risorse ai clandestini».
L’esponente del Carroccio aveva parlato di «un servizio taxi in piena regola che, sia chiaro, non riguarda le urgenze bensì il semplice trasporto di immigrati alle strutture sanitarie locali».
Aveva poi rilevato: «Questa è una decisione di suo estremamente discutibile, per loro infatti è gratis mentre per noi no». Parole riprese poi dal parlamentare Fedriga, che aveva presentato un’interrogazione al ministro Lorenzin: «È un’ulteriore beffa che si è abbattuta sui cittadini più deboli - aveva attaccato il deputato -. È un’ iniziativa rivolta esclusivamente ai semplici spostamenti dai centri di accoglienza, e che non comprende affatto le urgenze».
Quanto denunciato dai leghisti, però, non corrispondeva al vero. Di lì la querela sporta dal commissario straordinario Nicola Delli Quadri tramite l’avvocato Luca Maria Ferrucci. «È evidente - si legge nell’opposizione accolta dal giudice Barresi - che la pubblicazione citata ha fornito una notizia destituita da qualunque fondamento, offrendo al lettore una rappresentazione della realtà totalmente difforme dal vero: la notizia non è veritiera».
Quanto poi al capogruppo alla Camera, osserva il giudice Barresi, «le dichiarazioni di Fedriga sono la manifestazione alla cittadinanza dell’attività politica resa nelle sedi parlamentari e nell’esercizio delle funzioni svolte. Si tratta - rileva - di una manifestazione extra moenia dei contenuti dell’attività politica svolta nella veste di parlamentare. L’immunità assicurata ai membri del Parlamento che esprimano opinioni nell’esercizio delle loro funzioni trova applicazione sempre all’interno degli istituti parlamentari».
Da qui l’archiviazione. Mentre per Roberti si apre il procedimento penale. «Si ritiene - scrive il giudice Barresi - che le espressioni di Roberti siano diffamatorie e pertanto si impone l’imputazione coatta».(c.b.)
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