«A Porto San Rocco solo residenze a scopo turistico»

Muggia, la sentenza del Tar dopo che gli inquilini avevano fatto ricorso contro il Comune per ottenere la classificazione di prima casa
Lasorte Trieste - Porto S.Rocco - Piscina
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MUGGIA. Gli appartamenti del comprensorio di Porto San Rocco hanno destinazione ricettivo- turistica: chi l'ha modificata autonomamente in stabile abitazione, è in torto. Così si è espresso il Tribunale Amministrativo Regionale del Friuli Venezia Giulia respingendo il ricorso promosso da uno degli inquilini del comprensorio per l'annullamento dell'ordinanza-ingiunzione emessa dal Comune di Muggia nel giugno 2010 per la “contravvenzione di modifica della destinazione d'uso dell'alloggio in assenza dell'autorizzazione edilizia”.

In linea con le normative vigenti ( Piano Regolatore Regionale, Piano Regolatore particolareggiato comunale e relativa concessione edilizia) gli appartamenti di Porto San Rocco hanno destinazione ricettivo-turistica. Diversi proprietari di tali insediamenti, però, hanno deciso di trasferirvi la propria residenza anagrafica,iniziando ad utilizzare tali unità immobiliari come stabili abitazioni e portando dunque il Comune a constatare l’intervento di un mutamento di destinazione d’uso dell’immobile (senza opere) in violazione della concessione edilizia e del certificato di agibilità degli alloggi. Frutto di un’accurata analisi tecnica in una pratica particolarmente complessa - posto che diversi fascicoli erano stati sottoposti a sequestro penale -, il procedimento sanzionatorio adottato è stato, come rimarcato dall'amministrazione Nesladek, «un atto dovuto da parte del Comune, un atto che rimarca la posizione radicalmente opposta di questa amministrazione rispetto a quella di centrodestra dell'ex sindaco Gasperini».

Gli inquilini del comprensorio avevano poi impugnato tali sanzioni, ma diverse sedute ed un’articolata attività istruttoria hanno portato a veder confermato il lavoro svolto dal Servizio Urbanistico. La vicenda rientra poi in un filone di altre cause, ancora pendenti, intentate da altri inquilini, ora testimoni della prima sentenza. A nulla sono valsi i tentativi di appellarsi alla completa buona fede o alla mancanza di responsabilità o addirittura all’essere vittime inconsapevoli di una truffa/illecito altrui, né quelli di incolpare il Comune di aver rilasciato il certificato o aver favorito l’accatastamento degli edifici in categorie diverse: tutti elementi che non solo sono stati ritenuti infondati, ma che sono stati considerati tali da “rasentare la temerarietà”. Costituitosi in giudizio e rappresentato dall’ufficio legale dell’ente nella persona dell’avvocato Walter Coren, il Comune di Muggia si è visto confermata la piena legittimità dell’operato dell’amministrazione comunale in tale vicenda. Decisamente soddisfatto il sindaco di Muggia, Nerio Nesladek: «Abbiamo finalmente iniziato a fare chiarezza su una situazione davvero ingarbugliata. Alla fine della strada che abbiamo imboccato c'è la soluzione di un problema che ha visto molti nostri cittadini vittime inconsapevoli. Bisognerà ora chiarire quali sono, se ci sono, le vere responsabilità di chi forse ha abusato della buona fede di questi nostri cittadini. Il Comune è al loro fianco».

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