A Pola la nave-draga più grande al mondo

La Leiv Eriksson è parcheggiata nel cantiere in liquidazione Scoglio Olivi. E il 4 agosto arriva anche la gemella Ibn Battuta

/ POLA

Ritorna il movimento di grandi navi nel mare del cantiere Scoglio Olivi di Pola in fase di liquidazione per il fallimento in seguito al grosso disavanzo finanziario per il quale sono accusati 12 ex manager in attesa di processo. Il movimento però non centra niente con la ripresa dell’attività cantieristica sulla quale gravano ancora tante incognite. Si tratta dell’annunciato ancoraggio della più grande nave draga al mondo, la Leiv Eriksson, costretta a una pausa forzata nel suo lavoro, dovuta alla pandemia. L’unità navale dalle dimensioni veramente imponenti (lunghezza 223 metri e larghezza 41) appartiene a una delle maggiori compagnie dredging nel mondo, la belga–lussemburghese Jan de Nul che per anni è stata uno dei maggiori partner d’affari del Gruppo Uljanik che controllava lo stabilimento navalmeccanico polese.

Per il 4 agosto è annunciato l’arrivo nel cantiere di un altro dredger della stessa compagnia, l’Ibn Battuta, anch’esso costretto a fermarsi per il coronavirus. L’unità ha dovuto fermare la sua attività mentre era impegnata in operazioni di dragaggio lungo la costa occidentale dell’Africa e ora è in navigazione verso Pola. Durante la sosta di cui non si conosce la durata, a bordo delle due unità ci sarà un numero minimo di componenti dell’equipaggio. Sarà così la tassa di ancoraggio della Leiv Eriksson e della Ibn Battuta, la prima fonte di entrata della nuova società Uljanik Brodogradnja 1856, fondata con il proposito di ripristinare e continuare la gloriosa tradizione cantieristica a Pola, interrotta praticamente da quasi due anni.

Il piano di rilancio dello Scoglio Olivi, messo a punto dalla curatrice fallimentare Marija Ruzic, prevede il completamento della costruzione dell’ultima nave rimasta nel cantiere, un’unita’ commissionata dal Kuwait per il trasporto del bestiame. L’obiettivo potrebbe venir raggiunto con l’accensione di un credito di 50 milioni di euro e che consentirebbe anche l’assunzione nella fase iniziale di circa 450 operai. L’operazione con la successiva vendita della nave porterebbe in cassa sui 120 milioni di euro. La parola definitiva ora spetta al governo. Il ministro uscente dell’economia Darko Horvat aveva lasciato uno spiraglio per il mantenimento in vita dello Scoglio Olivi, ora c’è attesa per i primi passi del suo successore Tomislav Coric.

E c’è attesa anche per le intenzioni delle due società italiane che avevano manifestato un certo interesse per il trasferimento nello Scoglio Olivi di parte delle loro attività. Il primo contatto era stato con il noto imprenditore istriano Livio Bolkovic, titolare di una società che opera all’interno del perimetro dell’ex cantiere navale. Stando alle fonti ufficiose, una delle due potrebbe essere la Fincantieri di Trieste. —

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