A piedi per 9 minuti: le ultime immagini di Liliana Resinovich ancora in vita
TRIESTE Sono le 8.41 del 14 dicembre 2021. Liliana Resinovich cammina spedita lungo via Damiano Chiesa con una mascherina che le copre parte del volto e i sacchi della spazzatura tra le mani.
Li getta nell’isola ecologica alla fine di strada di Guardiella. Poi, attraversando via San Cilino, raggiunge piazzale Gioberti alle 8.50. Nove minuti.
Sono le ultime immagini di Lilly ancora in vita, registrate dalle videocamere della Scuola di Polizia e da quelle esterne degli autobus di passaggio in zona, e mandate in onda lo scorso mercoledì sera nel corso della trasmissione “Chi l’ha visto?”.
I fotogrammi
I fotogrammi sono sgranati, ma se si fa attenzione ai capelli, al giubbotto, alla borsa nera, ai pantaloni grigio scuro che la 63enne indossava proprio quando è stata poi ritrovata cadavere il 5 gennaio 2022, non ci sono dubbi. Quelle immagini sono la conferma che la donna a piedi immortalata a San Giovanni dagli occhi elettronici sia proprio lei.
Dopo quelle rilevate alle 8.50 da un bus in arrivo in piazzale Gioberti, non esistono altre immagini di Liliana, malgrado nel tratto di strada che porta fino al punto dell’ex Opp dove è stato rinvenuto il suo corpo siano posizionate sia le videocamere della locale Stazione dei Carabinieri che quelle dell’Asugi. Ma è verosimile che, quando si è capita la destinazione finale del suo percorso, le registrazioni di quei dispositivi fossero già state cancellate.
Le immagini delle videocamere erano servite agli inquirenti per giungere anzitutto a una certezza: Liliana il giorno della scomparsa era uscita di casa con le sue gambe. Non le era accaduto nulla di tragico nel suo appartamento di via del Verrocchio.
L’archiviazione
In questi giorni, dopo che il pm Maddalena Chergia ha chiesto l’archiviazione del fascicolo, i legali delle parti civili, ovvero gli avvocati che assistono il marito Sebastiano Visintin e la famiglia Resinovich, depositeranno la richiesta di accesso agli atti. Potranno così conoscere nel dettaglio gli elementi nelle mani della Procura e decidere in via definitiva se opporsi o meno all’archiviazione.
Hanno 30 giorni. Vittorio Fineschi e il triestino Stefano D’Errico, i medici legali nominati dall’Associazione Penelope e dall’avvocato della famiglia Resinovich, Nicodemo Gentile, in queste ore stanno ultimando la loro perizia, che consegneranno a breve al legale.
Gentile, nel corso della trasmissione, ha anticipato come «da una prima valutazione i due professionisti hanno rilevato una serie di lesività che non sono causa e concausa della morte, ma che dicono con forza che è successo qualcosa, perché non c’è compatibilità con la dinamica del suicidio».
L’avvocato ha sostenuto inoltre che «alcune delle lesioni erano già state indicate dai consulenti della Procura nella bozza della perizia. Poi, stranamente, in sede di stesura definitiva sono sparite. Sicuramente non sono lesioni accidentali, vanno valute in modo globale. E i medici legali, anche analizzando i preparati istologici, hanno riscontrato positività in tal senso».
Il medico legale
A quelle lesioni sul volto di Liliana dà peso anche Raffaele Barisani, il medico legale consulente di Visintin, che nelle sue osservazioni indica come «potrebbero avere una causa non accidentale, bensì significato di lesioni inferte da terzi».
Di parere diverso i consulenti della Procura, i medici Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, secondo cui «appare inoltre singolare che tutta la lesività sia limitata sostanzialmente a regione temporale e lingua, in assenza di lesioni ad esempio alla mucosa orale, alla cute del volto e alla piramide nasale»
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