A Petrinja dopo il terremoto nei terreni spuntano voragini
PETRINJA. A Petrinja, a Sisak e nella Croazia intera ieri è stata una giornata di lutto per commemorare le sette vittime del devastante terremoto che martedì scorso ha colpito il Paese e che ha distrutto più di 2.000 edifici. Lacrime, paura, incredulità scorrono nelle menti dei sopravvissuti mentre vagano come ombre perdute tra le macerie delle case. Il rumore delle ruspe che rimuovono i detriti ricordano quel boato che ha inghiottito il futuro di centinaia di famiglie in pochissimi micidiali secondi. Dove non riuscì la guerra, potè la forza matrigna della natura.
E come se non bastasse che il suolo si è “spostato” di oltre dieci centimetri, adesso misteriose e profonde buche si creano nel terreno, voragini paurose che si spalancano improvvise quasi a voler inghiottire ciò che resta. «Questa è magia nera», sussurra una vecchietta tutta intabarrata nella sua grande sciarpa grigia di lana. Alcuni giovani la guardano esterrefatti, ma nessuno ha voglia di smentirla. Quattro giorni dopo il terremoto, nel terreno hanno cominciato a formarsi dei buchi larghi diversi metri e in espansione. Alcuni degli abitanti di Mečenčani, che vivono nelle vicinanze, sono già stati evacuati. Le buche, dicono gli sismologi, sono il risultato di un terremoto che ha interessato anche il livello della falda.
Centinaia di famiglie sono rimaste senza casa nei venti secondi in cui è durato il terremoto di magnitudo 6,2 di martedì 29 dicembre. Il sisma è stato fatale per sette persone, mentre ventisei sono i feriti. Il terremoto ha distrutto quasi tutto il centro di Petrinja, che si trova nella parte centrale della Croazia nella contea di Sisak-Moslavina. Ieri, come detto, è stato un giorno di lutto in Croazia. Le bandiere erano a mezz’asta in tutto il Paese, gli eventi di intrattenimento sono stati cancellati vietati e la televisione e la radio hanno trasmesso un programma adatto alla situazione.
«Nel giorno del lutto, con grande tristezza ricordiamo e rendiamo omaggio alle vittime del devastante terremoto che ha colpito la contea di Sisak - ha scritto in un tweet il premier croato Andrej Plenković - il pensiero e la preghiera sono con le loro famiglie e i loro cari che esprimono cordoglio e solidarietà a tutta la Croazia». «Ciò che è stato demolito - ha aggiunto - sarà ristrutturato e ricostruito». Plenković ha, infine, ringraziato l'unità dimostrata dalla nazione croata durante l'evento e per l'aiuto giunto ai terremotati da molti Paesi. L'arcivescovo di Zagabria, cardinale Josip Bozanić, ha officiato una messa in memoria delle vittime, che è stata trasmessa dalla radio e Tv di Stato Hrt.
A Petrinja, che è tra i luoghi più gravemente danneggiati dal sisma, come se non bastasse ha ceduto anche un argine sul fiume Kolpa. Immediatamente si è intervenuti per tappare la “falla”. Il portale N1 segnala che il livello dell'acqua dei fiumi Sava e Kolpa è salito a livelli di allarme e che esiste la possibilità di allagamenti, motivo per cui nell'area è già stato dichiarato lo stato di emergenza. Successivamente, tuttavia, è stato riferito che il livello dell'acqua si era fermato e non vi era più alcun pericolo di allagamento.
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