A Palazzo resa dei conti con Dipiazza
TRIESTE. Autonomia Responsabile, la civica sorta poco più di un anno fa a sostegno di Tondo per le elezioni regionali, apre la pratica Dipiazza. L’ex sindaco di Trieste, capogruppo della lista in Consiglio regionale, si è candidato con Ncd alle europee. Una mossa che, nonostante l’etichetta di “indipendente” che il consigliere si era subito attribuito, Ar non deve aver mai digerito fino in fondo. E ora, a urne chiuse, il momento della resa dei conti è arrivato.
La prossima settimana il movimento si riunirà per decidere il da farsi, cioè se archiviare la questione a tarallucci e vino o se chiedere al diretto interessato di farsi da parte, dimettendosi dal ruolo di presidente del gruppo consiliare. Anche perché Roberto Dipiazza scarta categoricamente l’idea di passare definitivamente con il Nuovo centrodestra: «Non ho alcuna intenzione» dichiara secco. Il nodo politico, a questo punto, viene al pettine: Ar era stata creata nel 2013 in appoggio a Tondo e l’ex governatore, in quest’ultima campagna elettorale, si era speso a favore di Forza Italia, dunque di Sandra Savino. Di cui Dipiazza, indossando la casacca alfaniana, è stato invece l’avversario. A cominciare dal braccio di ferro a Trieste.
È dunque possibile che, all’indomani delle europee, l’ex sindaco continui a rimanere il numero uno della civica? Il segretario regionale della lista, Vanni Lenna, non nasconde i dubbi: «Ci riuniremo e prenderemo una decisione» anticipa Lenna. E spiega: «Per conto mio la sua candidatura con Ncd significava anche appartenere a quel partito, questo mi pare evidente. Inutile che abbia detto di essere indipendente: lo sei se non fai parte di alcun gruppo in Consiglio. Ma per Dipiazza non è così, quindi essersi dichiarato tale è una scusa. In ogni caso sarà la lista a esprimersi».
L’ex sindaco non farà dietrofront: «Prima di candidarmi per le europee ho domandato se ci fossero dei problemi. Ho l’abitudine di essere una persona chiara ed elegante nelle mie scelte. E comunque l’avevo fatto da indipendente chi ha da ridire stia attento. E non ho nessuna intenzione di andare in Ncd, ho avuto l’opportunità di mettermi in gioco e ho portato molta gente al voto, mi pare una cosa positiva». Ma Fi non gradisce. Riccardo Riccardi è netto: «Non esiste che in Consiglio ci sia il gruppo Ncd con Alessandro Coalutti capogruppo e una civica, Autonomia Responsabile, con a capo il loro candidato alle europee. Che inoltre – osserva – in campagna elettorale aveva fatto considerazioni politiche pesanti contro Fi. E ora sta nella civica di Tondo? Quella civica è una risorsa importante ma deve rappresentare una forza equidistante».
Il caos nel centrodestra potrebbe portare anche a un altro spostamento di pedine: è proprio l’ex governatore che starebbe accarezzando l’idea di passare dal Misto alla guida di Autonomia Responsabile. Ma Tondo, che peraltro in queste amministrative si è visto strappare la “sua” Tolmezzo dal centrosinistra, rimane in silenzio. Esclusi nel frattempo altri movimenti: nessuno dei consiglieri di Ar punta a fughe nelle altre forze di centrodestra. Roberto Revelant conferma: «Non ci piace essere tirati per la giacca né Ncd né da Fi». Pure Luca Ciriani di FdI resterà al suo posto negli alfaniani. «Rimango per garantire il numero necessario (3, ndr), per mantenere il gruppo e per non finire nel calderone del Misto ma comunque sono autonomo e indipendente. Tra noi – precisa – non c’è alcun problema e facciamo opposizione insieme alla giunta Serracchiani, io più dura e loro un po’ meno». Alessandro Colautti, capogruppo Ncd, butta acqua sul fuoco: «Prendiamo una pausa di riflessione e ragioniamo, noi faremo una riunione nel coordinamento e, in ogni caso, non abbiamo fatto alcuna avance a Dipiazza per entrare nel nostro gruppo».
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