A Palazzo gli ex costano più degli eletti
TRIESTE. Costano più gli ex degli eletti in carica. Nel bilancio previsionale 2016 (29,4 milioni) il Consiglio regionale dispone infatti una spesa di 7.370.000 euro per gli assegni vitalizi, 1,3 milioni in più dei 6 milioni da erogare ai 49 inquilini di piazza Oberdan.
Fardello, quello della Casta con vitalizio, che il Consiglio del Friuli Venezia Giulia è obbligato a trascinarsi anche in un’epoca in cui la pensione pubblica non c’è più, cancellata dalla legge 10/2013. Stando all’elenco pubblicato sul sito istituzionale sono 209 i pensionati cui riconoscere mese dopo mese il contributo per il lavoro in aula nelle precedenti legislature.
Costano meno rispetto al 2014 (9.040.000 euro) e al 2015 (8.850.000), ma continuano comunque a rappresentare la spesa più rilevante del bilancio dell’assemblea legislativa. I 7.370.000 rappresentano la stima 2016 di un’uscita contenuta dalla legge 2 del 13 febbraio 2015 che ha tagliato gli assegni a partire dall’1 marzo scorso.
La sforbiciata (non applicata sotto i 1.500 euro) rimarrà in vigore fino al 30 giugno 2018 e incide per il 6% dell’assegno mensile lordo fino a 2.000 euro, per il 9% fino ai 4mila, per il 12% fino ai 6mila e per il 15% oltre i 6mila, con una maggiorazione del 50% per coloro che godono pure di un vitalizio dal Parlamento (italiano o europeo) o da altri Consigli regionali. Si va, concretamente, da 36 a oltre 600 euro in meno al mese.
Nonostante il risparmio (peraltro contestato da una cinquantina di ricorrenti al Tar Fvg, il giudizio è ancora pendente), chi c’era – nell’elenco 22 ex consiglieri sotto i 1.500 euro, 20 con doppio beneficio e 167 con importo ridotto per un triennio – pesa sul bilancio più di chi c’è, dato che le spettanze per i consiglieri eletti ammontano a poco più di 6 milioni di euro.
Anche in questo caso, rispetto al mandato precedente, si tratta di numeri all’ingiù dopo che nel 2013 la Regione ha previsto una riduzione delle buste paga, operazione contestuale all’abrogazione del vitalizio, novità che non tutti avranno gradito, al di là delle dichiarazioni di circostanza. Anche perché seguita a inizio di quest’anno dall’innalzamento dell’età in cui poter percepire la pensione di Palazzo: da 60 a 65 anni.
Attesa troppo lunga per qualcuno, tanto che si è decisamente incrementata la percentuale di chi ha preferito farsi restituire quanto versato. Motivo per cui, proprio nel bilancio previsionale 2016, compare un fondo di 4,5 milioni di euro, soldi accantonati per «passività potenziali» che coprono appunto per oltre la metà (2,5 milioni) le possibili richieste di restituzione pro vitalizio, mentre altri 2 milioni vengono accantonati per le indennità di fine mandato.
Guardando complessivamente al bilancio di previsione del Consiglio, premesso che le entrate sommano trasferimenti correnti per 23 milioni, partite di giro per 4,4 milioni e fondi extratributari per 15.250 euro, le spese, oltre ai titoli principali, mettono in fila imposte e tasse per 1.007.650 euro, assistenza informatica per 221.506 euro, gestione impianti elettronici per 85.400 euro, rappresentanza per 176.200 euro, informazione istituzionale per 123.200 euro, formazione e aggiornamento del personale per 38.406 euro.
Alla voce trasferimenti correnti rientrano anche i contributi per il funzionamento (305.950) e per le spese addetti dei gruppi consiliari (165.500), oltre a quanto si prevede di restituire (1,8 milioni) all’amministrazione regionale di poste non impiegate nel corso del 2015.
Tra le spese in conto capitale compaiono poi quelle per materiale bibliografico (93.170 euro), per la manutenzione del sito internet e intranet consiliare (69.732) e per lo sviluppo di software (113.197) tra cui quello per la realizzazione dell’annuario digitale. Rientrano in questo macroaggregato anche l’acquisto di mobili e arredi (65.000 euro), macchinari (10.000) e apparecchiature per le riprese televisive (50.000).
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