A Palazzo Alvarez telecamere contro chi urina
Le telecamere ci sono ma non sono sufficienti. Il sistema di video-sorveglianza della Provincia va potenziato. A sostenerlo è l’assessore alle Politiche giovanili Federico Portelli. Così come è stato pensato, l’impianto di sicurezza non riesce a fare da deterrente contro i vandali che utilizzano Palazzo Alvarez alla stregua di un grande vespasiano urbano. Gusti di Frontiera ha messo a dura prova gli ambienti sia interni, sia esterni dell’edificio dove hanno sede l’Archivio storico, la biblioteca provinciale e gli uffici di vari assessorati, oltre agli spazi dello Ial, dell’Università slovena, dell’Accademia europeista del Fvg e di altre associazioni. A distanza di quattro giorni dalla fine della kermesse, l’odore dell’urina si può ancora sentire forte. Dopo gli interventi di pulizia, l’intensità è diminuita, ma la puzza rimane: è persistente nell’aria ed entra in modo sgradevole nel naso. Non è però solo un problema olfattivo.
È anche un problema estetico. In diversi punti del palazzo, sulla pavimentazione in pietra, si possono notare le macchie lasciate da chi per svuotare la vescica ha scavalcato il cancelletto e si è nascosto sotto il porticato. Il biglietto da visita per i tanti utenti del palazzo non è di certo invitante. Su via Alvarez - il vicolo che unisce via Diaz con via Nizza – ci sono già due occhi elettronici. Sono entrambi accompagnati dal cartello blu d’ordinanza con il disegno della telecamera e la scritta “Area video-sorvegliata”. Mentre un obiettivo è puntato in “campo lungo” verso uno degli ingressi pedonali, l’altro – nonostante si trovi a circa tre metri d’altezza - è stato ruotato verso l’alto e riprende lo spiovente del tetto. Il problema però non viene (solo) da via Alvarez. Il punto più delicato e “attaccabile” si trova alla metà di via Nizza. In questa parte di strada insiste il passo carraio che permette di accedere al posteggio interno e accanto si trova un secondo accesso pedonale. Qui non ci sono telecamere e scavalcare è un gioco da ragazzi per chiunque, ma per espletare i propri bisogni fisiologici non c’è neppure bisogno di fare troppa fatica. Come racconta un residente, solo i più “timidi” si arrampicano sulle inferriate per accedere al giardino e al porticato interni.
«Di sera questo tratto della via è abbastanza buio – dice Portelli – e il portoncino è sistemato in posizione arretrata rispetto alla strada. C’è abbastanza spazio per farla indisturbati senza neppure doversi preoccupare di scavalcare: difficilmente si viene visti. Di danni non ne vengono fatti, questo è vero, ma è di sicuro è poco igienico». A differenza di quanto si potrebbe pensare, il malcostume non è solo maschile. «I cassonetti posizionati davanti al passo carraio di via Nizza fanno da paravento alle signore meno pudiche che, grazie a quelli, possono contare su un minimo di privacy. Installare nuove telecamere è una cosa a cui stiamo pensando perché esiste un problema oggettivo con persone che scavalcano e utilizzano gli spazi di palazzo Alvarez come urinatoi o che scambiano il porticato per un luogo dove venire a bivaccare», osserva Portelli che lancia una frecciata al Comune: «Nel fine settimana di Gusti di Frontiera non c’erano abbastanza bagni chimici per soddisfare i bisogni delle oltre 400mila persone arrivate a Gorizia e la gran parte di chi non ce la faceva a trovare un servizio pubblico, si è liberato da noi».
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