A nuovo l’ex nave di Tito: fra due anni sarà un museo

FIUME. Diventerà un museo sull’acqua nel 2020 quello che fu per decenni l'albergo galleggiante dell’allora leader jugoslavo Josip Broz Tito, ossia la nave Galeb. Ad annunciarlo in una conferenza stampa è stato il sindaco di Fiume, il socialdemocratico Vojko Obersnel, che ha voluto precisare come non sia «alcun ritardo nei progetti legati al 2020, anno in cui Fiume sarà capitale europea della cultura». Uno di questi consiste appunto nel restauro dell’ex nave di Tito, da anni ormeggiata in porto Baross a Fiume. «La stesura della documentazione progettuale è ormai in dirittura d'arrivo - ha aggiunto Obersnel - e a breve conosceremo l’esatto ammontare delle spese da sostenere». Il primo cittadino prevede che il bando per la ristrutturazione dello scafo verrà aperto a luglio. «Secondo stime molto attendibili l’operazione dovrebbe comportare un esborso di 37,7 milioni di kune», circa 5,1 milioni di euro. Di questi, 32 milioni di kune (4,3 milioni di euro) «sono stati assicurati a fondo perduto dall'Unione europea», ha precisato il sindaco.
Il Galeb nella sua nuova veste dovrà essere pronto nei primi mesi del 2020 perché sulla nave - oggi in un generale stato di abbandono fra ruggine, mobili e arredi dei suoi lussuosi saloni in rovina - si terranno alcuni degli eventi più importanti previsti nell’ambito di Fiume capitale europea. Il Galeb entrerà a far parte del Museo civico di Fiume e a bordo ospiterà appuntamenti culturali, come mostre e concerti: saranno però anche ricavate attività commerciali come un ristorante, un bar e un negozio. Sarà una nuova vita dunque per lo yacht costruito nel 1938 nei cantieri navali di Genova, a bordo del quale Tito ospitò una settantina di leader mondiali e stelle di Hollywood, da Nikita Kruscev a Indira Gandhi, da Sophia Loren a Liz Taylor e Richard Burton. Sul Galeb Tito si recò anche lungo il Tamigi a un incontro con l’allora premier britannico Winston Churchill.
Dal punto di vista politico, per il centrodestra a Fiume quella della partenza del restauro non è affatto una bella notizia. Le forze politiche di quell’area si sono sempre opposte alla presenza della «nave comunista» in città, additandola come simbolo di un dittatore – Tito appunto – responsabile della morte di decine di migliaia di dissidenti e dell'esodo degli italiani da Istria, Fiume e Dalmazia.
A un certo punto era stata anche lanciata l’idea di trainare il Galeb in mare aperto e di farlo colare a picco per trasformarlo in area di immersioni subacquee e “rifugio” di tante specie ittiche, come del resto già avvenuto al largo di Capo Promontore con la motonave Vis, ammiraglia della flotta militare ai comandi del maresciallo. Non se n'è fatto niente per la tenace opposizione dell'alleanza di centrosinistra al potere in città.
Quanto a Fiume 2020, il Galeb è legato a doppio filo al programma culturale che comprende anche il restauro e la valorizzazione dell'ex complesso Benčić, che dall'anno scorso ospita il Museo fiumano di Arte moderna e contemporanea. Il progetto prevede stanziamenti per 245 milioni di kune (33,2 milioni di euro) e in questo ambito dai fondi europei arriveranno a fondo perduto 100 milioni di kune, sui 13,5 milioni di euro. Nell'ex Benčić è dislocato anche lo storico ex Zuccherificio fiumano, edificio in regime di tutela culturale e per la cui valorizzazione saranno investiti 6 milioni di euro, di cui 4,7 in arrivo da Bruxelles. Tutti progetti da portare a termine naturalmente entro due anni.
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