A Nova Gorica pronta una tendopoli per 300 profughi
GORIZIA A Nova Gorica sono pronti per l’emergenza profughi. Se il flusso di migranti che preme sul confine con la Croazia, anziché verso l’Austria, dovesse puntare verso l’Italia, il piano d’azione è già definito. Il luogo dove piantare una tendopoli è stato individuato nell’area feste Zeleni Gaj di Dornberk.
A darne notizia alla stampa d’oltreconfine è stato il rappresentante del Comune di Nova Gorica Bogdan Zoratti. In poche ore – ha spiegato -, l’amministrazione locale insieme alla protezione civile slovena, alla Caritas, alla Croce rossa e all’associazione Kid sarebbe in grado di allestire un campo profughi per ospitare fino a 300 persone. Grazie alla presenza dei bagni, la zona è già dotata dei servizi igienici di base. La soluzione, però, sarebbe temporanea. Nel momento in cui le temperature dovessero diminuire, andrebbe trovata un’alternativa.
Intanto la Caritas d’oltreconfine, oltre a raccogliere beni di prima necessità, ha aperto un conto corrente per raccogliere dei fondi da destinare alle zone di maggior pressione migratoria. Da questo lato della frontiera, invece, prosegue la discussione sul futuro dei migranti già presenti sul territorio Isontino.
Solo a Gorizia - compresi quelli del progetto Sprar - sono 303. Ieri mattina la prefettura ha quindi convocato i Comuni, la Provincia, la Caritas diocesana, la Croce rossa, la Camera di Commercio e le forze dell’ordine per chiedere di favorire l’impiego dei richiedenti asilo in attività di volontariato.
La viceprefetto Gloria Allegretto ha fatto sapere per interposta persona che la riunione è stata positiva. Tutti i presenti, in effetti, avrebbero dato la propria disponibilità a collaborare. Le posizioni però presentano delle sfumature non certo secondarie. Premesso che l’attività non prevede una remunerazione dei migranti, rimane il problema della sicurezza e quello assicurativo.
Se i vigili del fuoco sono pronti a fornire la formazione, per le polizze è necessario comunque un budget. Il presidente della Provincia Enrico Gherghetta ha dato la disponibilità economica, ma non sembra essere sufficiente. Una copertura arriverebbe anche dalla Camera di Commercio. L’assessore al Welfare del Comune di Gorizia chiede di distinguere l’attività di volontariato legata ai migranti dai lavori socialmente utili («che sono altra cosa»).
«Bisogna avere una regia e una programmazione – dice Silvana Romano -. Cerchiamo di capire quanti sono i fondi e cosa si può fare. La Croce rossa ha detto che ci sono già dei progetti in essere che possono essere copiati. È giusto che queste persone facciano qualcosa, ma dal mio punto di vista, non posso affidare ai richiedenti asilo una serie di lavori che posso dare ad altri attraverso i lavori socialmente utili. Potrebbe essere già un ‘lavoro’ far tenere loro pulito e in ordine il luogo dove stanno. Penso al Nazareno».
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