A Muggia un centro per i minori in fuga dalle guerre
MUGGIA Riservare l'ex caserma di Lazzaretto ai profughi minori non accompagnati e creare un sistema di accoglienza diffusa sul resto del territorio muggesano. Queste le ultimissime indicazioni fornite dal prefetto Annapaola Porzio al sindaco rivierasco Laura Marzi e ad alcuni rappresentanti del Comitato civico emergenza profughi di Muggia durante un incontro avvenuto in prefettura a Trieste.
La notizia è stata diffusa dal primo cittadino muggesano che ha fornito un breve resoconto dell'incontro. Il punto più interessante riguarda la notizia della possibile presenza dei profughi di guerra di minore età riuniti tutti all'interno di una stessa struttura: «Il Prefetto, sposando la nostra visione di accoglienza diffusa, ha evidenziato la sua intenzione di utilizzare la caserma di Lazzaretto con altre finalità, non ultima quella dell'accoglienza dei minori non accompagnati».
Una proposta che per la prima volta è stata avanzata ufficialmente da parte della Prefettura, e che potrebbe dunque ripercuotersi sui profughi di minore età già presenti a Trieste. Per quanto riguarda il numero degli ospiti, l'accoglimento non dovrebbe superare le trentacinque unità. Le tempistiche di insediamento non sono invece ancora note anche perché l'edificio non è ancora pronto: la struttura, al centro di un'opera di ristrutturazione per 435mila euro, da diverse settimane non è più interessata da lavori, pare per problemi legati all'allacciamento alla fognatura.
Fino all'incontro tra Marzi e il Comitato civico - quest'ultimo ha sempre espresso la propria contrarietà all'accoglienza dei profughi all'interno dell'ex caserma della Polizia - la struttura era stata indicata come il luogo prescelto per ospitare i profughi di guerra di maggiore età. Durante l'incontro Marzi ha ribadito alla Porzio «l'inadeguatezza» della caserma per ospitare i circa trentina immigrati, «da un lato per l'isolamento della struttura, anche per quanto riguarda gli scarni collegamenti attraverso i trasporti pubblici con il resto del territorio, dall'altro invece per la sua stretta vicinanza ad alcune case di civile abitazione». Onde evitare fraintendimenti il sindaco muggesano ha poi puntualizzato che «l'accoglienza è sentita come un obbligo morale, che non deve essere ridotta ad un confinamento ghettizzante».
Da qui l'appoggio di Marzi all'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo su tutto il territorio muggesano. Negativa invece la reazione del Comitato civico. «Appoggiare lo Sprar (il Sistema di Protezione per richiedenti asilo e rifugiati, ndr) è un compromesso forzato fra le esigenze e imposizioni dello Stato e la possibilità di rendere quanto più accettabile e sostenibile la presenza degli ospiti sul territorio, evitando situazioni di ghettizzazione». Il Comitato ha però anche espresso «assoluto disaccordo riguardo la proposta di utilizzare qualsiasi tipo di struttura in aggiunta all'accoglienza diffusa».
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