A Muggia è boom di turisti in bici

Quasi 11mila in dieci mesi, il 10% in più del 2015. La Parenzana-Rabuiese resta la meta più gettonata
Di Riccardo Tosques

MUGGIA. Quasi 11mila cicloturisti in dieci mesi. Record assoluto di affluenze per i percorsi ciclabili, fiore all’occhiello del nuovo turismo ecosostenibile made in Muggia. Con un +10% rispetto all’anno scorso, il 2016 ha registrato un ulteriore boom di presenze degli amanti delle due ruote. I dati - forniti da Viaggiare Slow, l’associazione con sede a Muggia che si occupa di turismo verde - sono stati raccolti incrociando fonti multiple quali la linea di trasporti marittimi, tour operator italiani e stranieri e i contatti attraverso i canali Facebook e web dell’associazione.

Il primo valore significativo è un 11% di crescita dei transiti a bordo del Delfino Verde nella tratta Trieste-Muggia, che sono passati dalle 2.477 presenze del 2015 alle 2.744 del 2016. Si attesterebbero poi intorno ai 3.660 i passaggi riconducibili ai tour operator, sommando i numeri delle realtà minori a quelle più conosciute e importanti quali FunActive, GiroLibero, Helia, Jonas e Die Landpartie. A conti fatti sono almeno dieci i tour operator nazionali ed esteri che propongono in catalogo viaggi con transito (e alcuni con pernottamento) nel territorio muggesano. Ma tanti sono anche i cosiddetti turisti fai da te. La cifra derivante dai “viaggiatori autonomi”, piccoli gruppi e gruppi nazionali Fiab, si attesta attorno alle 4.300 unità.

I mesi con maggiore afflusso? In ordine decrescente: settembre, maggio, giugno, ottobre, agosto, luglio e aprile. Entusiasta del boom la sindaca Laura Marzi: «Stiamo parlando di numeri importanti che vanno ben oltre le nostre più rosee aspettative. Avevamo definito il 2015 come l’anno del boom del cicloturismo a Muggia, ma di fronte a un ulteriore incremento di questa portata il 2016 sembra essere l’anno del record. Un plauso dunque a Viaggiare Slow per l’ottimo lavoro svolto. Da parte nostra abbiamo intenzione di proseguire nel percorso intrapreso fin qui nel portare avanti tutto ciò che è non solo turismo ma anche vivere sostenibile».

In base ai dati raccolti, la provenienza dei cicloturisti è varia e solo per il 45% riconducibile alla nostra penisola. Di questi, il 40% parte dal Triveneto, il 20% dalla Lombardia, il 10% dall’Emilia Romagna e il 30% dal resto d’Italia (Lazio, Piemonte, Toscana e Liguria in primis). La stima dei turisti germanofoni si attesta invece al 35%. In aumento i cicloturisti provenienti dall’Est europeo - Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Russia - attestati al 15%. Un misto invece il restante 5% con ciclisti provenienti da Francia, Olanda, Svizzera, Spagna, Gran Bretagna, Islanda, Norvegia, Svezia e Stati Uniti d'America.

«In Italia le gite “mordi e fuggi” in giornata o nei weekend coprono quasi l’80% del totale del turismo verde, che è l’unico in crescita, in controtendenza con la crisi generale. Vien da sé che saper rispondere a questa domanda offre importanti scenari di crescita. Abbiamo iniziato questo percorso con Viaggiare Slow anni fa proprio perché abbiamo creduto sin da subito al turismo sostenibile» ha puntualizzato l’assessore al Turismo, Stefano Decolle.

Ma quali sono le direzioni prese dai viaggiatori in bicicletta? Primo posto indiscusso ancora per la Parenzana-Rabuiese (65%), ma continua a riscuotere interesse anche la costa muggesana con direzione Capodistria attestata al 30%. «ViaggiareSlow oltre all’attività associativa ludico-ricreativa, è impegnata attraverso la comunicazione e promozione a sostegno di questo importante segmento turistico nel nostro territorio - conclude il responsabile di ViaggiareSlow Fabrizio Masi - segnalando e costruendo itinerari a piedi e in bicicletta nella regione a cavallo del confine».

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