A Monte d’Oro anche un allevamento di asini. La collina cambia tra vigneti e ulivi
SAN DORLIGO Un allevamento di asini, nuovi vigneti e uliveti che si stanno sostituendo a una parte del bosco. Cambia volto il versante della collina di Monte d’Oro che guarda verso Trieste, destinato a ospitare, a breve, questi miti e forti quadrupedi, di cui si apprezza in particolare il latte, molto utilizzato in pediatria.
Lo spunto per questa novità assoluta è dovuto all’intraprendenza della dirigenza della Comunella di Dolina, che amministra complessivamente 230 ettari nel territorio di San Dorligo della Valle. «Dovendo procedere con un parziale disboscamento dell’area – spiega il presidente, Franco Pecar – abbiamo cercato di creare i presupposti per un utilizzo degli spazi che così si verranno a creare, per offrire opportunità di lavoro ai giovani.
È così maturata, di concerto con Andrej Kosmac, imprenditore locale e presidente del Circolo ippico Monte d’Oro “Dolga Krona” – aggiunge - l’idea di impiantare un allevamento di asini sui 16 ettari che stiamo disboscando».
«Sono animali straordinari – sottolinea Kosmac – buoni, mansueti, onnivori, che contribuiscono alla pulizia degli appezzamenti nei quali vanno a pascolare. Pensiamo anche di dare vita all’asino terapia».
Pratica definita anche onoterapia, di cui è perno questo animale docile ed empatico, definito dagli esperti “affettuoso, dotato di grandi capacità relazionali e amante del contatto fisico, statico e riflessivo, in grado di creare, attorno a sé, accoglienza e tranquillità”. «In prospettiva – riprende Kosmac – sarà mio figlio Patrick, che ha 20 anni, a dedicarsi a questa attività, iscrivendosi negli elenchi dei giovani agricoltori, che possono beneficiare anche di contributi europei. Entro l’estate – conclude Andrej Kosmac – contiamo di poter alzare i primi recinti e collocare in loco i primi capi, ai quali potrebbero aggiungersi anche bovini».
La collina di Monte d’Oro vede già attive da qualche tempo anche quattro aziende che si occupano di vigneti e uliveti, distribuite su una superficie di una quarantina di ettari, anch’essi ricavati con il disboscamento, gestito in collaborazione con la Guardia forestale.
«Di esse sono titolari giovani imprenditori – precisa Vojko Kociancic, memoria storica della Comunella – che stanno beneficiando dell’impianto di irrigazione che fu realizzato a suo tempo dalla Provincia e che porta l’acqua fino alla sommità della collina, dove abbiamo un serbatoio di mille metri cubi di capacità, utile anche se dovesse verificarsi un incendio».
Uno dei giovani agricoltori operativi sulla collina è Martin Merlak: «Questo è un lavoro duro – osserva – ma che garantisce grandi soddisfazioni». «Abbiamo in previsione di proseguire col disboscamento per altri 30 ettari – riprende Kocjancic - sempre in stretta collaborazione con la Guardia forestale e, quando saranno liberi, intendiamo proseguire con questa politica di utilizzo del territorio, riprendendo le tradizioni locali dell’allevamento zootecnico e della produzione di vino e olio. Il nostro principale problema – conclude – è il riconoscimento giuridico delle Comunelle, strutture storiche, nate per garantire la condivisione dei prodotti del territorio e non sempre adeguatamente apprezzate». —
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