A Monfalcone slittano i test rapidi: elenchi da definire, ok dalle scuole

Ancora 5 giorni per vedere i primi 300 tamponi. E non ce ne sono per l’intera popolazione studentesca
Bonaventura Monfalcone-04.05.2020 Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-04.05.2020 Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Si fa presto a dire tampone, più complesso allestire le modalità per sottoporre al test in grado di rilevare un contagio da virus Sars-CoV-2 la popolazione scolastica (e non) monfalconese. Ieri infatti nessuna prova generale, nonostante l’immediata disponibilità di Fincantieri, che ha messo in campo per la collettività risorse proprie (ambulatorio e personale infermieristico) al fine di ampliare l’azione di screening sul territorio, e dello stesso Comune, il primo a sollecitare un impegno da parte dell’azienda.



Secondo quanto appreso ieri, infatti, si è appena aperta, attraverso il Cup, l’agenda per convocare le prime persone da sottoporre rapidamente al test molecolare. La previsione dell’altro giorno era di partire già questa settimana, cioè ieri, con l’elenco di nominativi indicati da Asugi e la prossima con le scuole, obiettivo focalizzato dal sindaco Anna Cisint. È invece assai probabile che si parta tout court tra cinque giorni, con la prima data utile del martedì. E del resto, come riferito anche dall’assessore alle Politiche sociali Michele Luise che ieri si è confrontato con il Dipartimento della Prevenzione sul punto, non è neanche così semplice individuare su due piedi cittadini che volontariamente siano disposti a effettuare il test nella sede ambulatoriale di Fincantieri dalle 6 alle 12, magari per una preferenza personale a rivolgersi al drive in del San Polo, già ben strutturato. Insomma, liste ancora da definire.

Intanto però la notizia del cadeau dei trecento tamponi settimanali a Monfalcone viene accolta «con ampio favore» dal mondo scolastico «per la velocità e gratuità delle operazioni». In particolare dalla dirigente dell’istituto comprensivo Giacich Maria Cardella: «Indubbiamente si tratta di un segnale di grande attenzione al benessere dei bambini e al welfare». E se la preside, al netto di «un possibile 18-20% di astensioni» (circoscrivibili a «negazionisti, no vax e contrari a priori»), è convinta che «l’iniziativa riscuoterà successo tra le famiglie e il personale didattico» d’altra parte vi sono comunque dei nodi da sciogliere. «Si tratta certamente – afferma – di una grande possibilità, a maggior ragione se, come pare, sarà possibile estendere lo screening pure al genitore accompagnatore. Tuttavia esistono dei problemi tecnici: un conto è tamponare uno studente di 14 anni, un altro un bimbo di 3, che può esprimere disagio o piangere, con grande preoccupazione della famiglia. Per questo, al di là del fatto che la scuola dovrebbe predisporre un modulo autorizzativo in via autonoma, sarebbe utile l’idea di uno sportello, per far interfacciare genitori e organizzazione». Criticità inoltre sui numeri «poiché i 300 tamponi potrebbero non apparire sufficienti», dal momento che il solo comprensivo Giacich annota 1.400 alunni, 207 docenti e 50 Ata. C’è da fare i conti poi con l’altro Ic, Randaccio, che pure ha i suoi numeri. «Infine – ammette Cardella – la negatività acquisita da un test, dopo 3-4 giorni non è più reale, sicché gli esisti fotografano la situazione del momento». «Ma si farà quel che si riuscirà – conclude la dirigente Cardella – e in ogni caso per noi quest’iniziativa dimostra un grande segno di impegno sul territorio».

Stando all’ultimo aggiornamento del sito della Protezione civile, nella città del cantiere, si contano attualmente 264 positivi, mentre i guariti e i morti da inizio epidemia sono rispettivamente 268 e 4, di cui tre donne. Un totale di 536 casi. Ed erano appena 24 a luglio. L’indice di prevalenza, dato che indica il numero delle persone infette ogni mille abitanti, è nuovamente risalito a 9,8. Ma nella statistica non viene considerata l’attività dei laboratori privati. —


 

Riproduzione riservata © Il Piccolo