A Monfalcone ronde con casacca azzurra e turni di 3 ore
MONFALCONE Azzurro, come il «pomeriggio troppo azzurro e lungo» di Paolo Conte. Così vestiranno i ribattezzati (dal sindaco) volontari antidegrado: cappellino e giubbotto cataringrangente in tinta, con annesso stemma del Comune di Monfalcone.
In dotazione anche un tesserino di riconoscimento munito di fototessera. Il treno dei desideri – sempre per rimanere in tema musicale – di Anna Cisint non va all’incontrario, anzi avanza direttissimo sui binari prescritti, ignorando chi dubita (Partito democratico, la Sinistra e Articolo 1) sull’efficacia del nuovo servizio delle “ronde”, con divisa appunto color azzurro. Lei ha già le disponibilità di 14 uomini e una donna ad assumere l’inedito compito, «più altri interessati che però chiedono maggiori informazioni», e conta di ottenerne di ulteriori nelle prossime settimane. Ieri, proprio per favorire la massima trasparenza e non dare adito a chi l’accusa di “annuncite”, le ha volute rendere pubbliche, queste adesioni: «Si tratta di Alessandro Benedetto, Luigi Benedetto, Claudio Bertogna, Roberto Bidoli, Sergio Clapis, Silvano Cosoli, La Bianca (non è stato comunicato il nome di battesimo, ndr), Gabriele Libanore, Ferjani Mhamedali, Carlo Moz, Luciano Negri, Nives Orlando, Maurizio Visintin, Roberto Zolia e Luca Zorzenon». Tra i quindici, anche un tesserato del Carroccio, un ex candidato alle amministrative nella coalizione di centrodestra e tre esponenti dei parlamentini locali: uno del Centro, due di Marina Julia.
Prima di indossare la casacca con la scritta “volontario antidegrado” e dell’iscrizione nell’apposito registro prescritto dalla legge regionale 9 del 2009 – farina del sacco dell’allora assessore alla Sicurezza Federica Seganti e dell’attuale capogruppo della Lega nord Federico Razzini – «li incontreremo – spiega il sindaco Cisint – per un colloquio conoscitivo, cui farà seguito apposita formazione». L’amministrazione punta a una squadra di venti persone che si occuperà di «vigilanza e segnalazione antidegrado». La stella polare sarà il nuovo regolamento di Polizia urbana, dunque se queste persone, nei loro giri in aree verdi e vie critiche della città, rinveniranno abbandoni abusivi di immondizia, oppure constateranno comportamenti classificati come irregolari dalle norme (per esempio indossare il velo integrale in spazi comunali o bere alcol all’aperto), dovranno segnalare all’autorità competente, vigili o forze dell’ordine, il fatto per un tempestivo intervento.
Emergono dunque nuovi dettagli, oltre all’outfit, sull’operatività dei volontari, che entreranno in azione, come spiega l’amministrazione, «al massimo per tre ore al giorno», gratuitamente e «senza svolgere alcun tipo di attività di polizia giudiziaria o rilevazione, verbalizzazioni di infrazioni o pubblica sicurezza in genere». E assieme ai particolari saltano fuori anche nuove critiche, stavolta non di tipo politico, ma dagli addetti ai lavori, come il segretario provinciale del Siulp Giovanni Sammito, per il quale a fronte di precisi «comportamenti o reati sanzionabili dalla legge occorre autorità e veste giuridica per intervenire». Non solo, per il rappresentante della sigla, non di rado «le forze dell’ordine sono state più impegnate a salvare “le ronde” che sanzionare gli autori dei misfatti, intanto datisi alla fuga». «Una cosa – obietta – è avvalersi di volontari per fornire assistenza durante l’ingresso o l’uscita dalle scuole, oppure nel corso di eventi civili, religiosi o sportivi. Altro, e di ben altra natura, è prevederne l’impiego in veste di “sentinella” in caso di schiamazzi, imbrattamenti, ubriachezza o addirittura molestie». «E se è vero che le ronde anti-degrado avranno solo il compito di segnalare al comando dei vigili o di altre forze i fatti – prosegue Sammito –, allora ciò li potrebbe esporre a rischi per la propria incolumità. Specie se saranno individuabili da berretto o casacca colorata». Il Siulp apprezza le frequenti segnalazioni dai cittadini («hanno vivi gli anticorpi contro il malcostume»), ma il riferire alle autorità «è un preciso dovere civico»: potrebbe «rivelarsi diseducativo e controproducente delegarlo a una categoria o team ben identificabile di volontari». «Anche perché – conclude – il cittadino segnala senza esporsi. Il volontario, invece, è portato a interloquire coi malintenzionati senza avere i requisiti per calcolarne le reazioni». Ma per Cisint si tratta di un tassello utile per restituire vivibilità alla città e «si inquadra in un diffuso risveglio del senso civico, che si è manifestato in vari modi con la volontà delle persone di esser protagoniste e contribuire all’azione comunale per il ripristino dell’orgoglio di una Monfalcone ordinata e pulita». «Tutti – conclude – ricordano le condizioni di abbandono di un anno fa e possono misurare come in pochi mesi siano stati attuati interventi importanti».
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