A Monfalcone poche le case in affitto Nessuna ai bengalesi

Dai dati raccolti nel report del Comune risulta che la crisi e l’aumento delle richieste non hanno inciso sul mercato

Trovare casa in affitto a Monfalcone e anche nei centri limitrofi è sempre più difficile. Gli appartamenti offerti in locazione in città sono pochi, ma risultano pari a zero se a chiederlo sono persone di origine bengalese, mentre gli affitti, nonostante la crisi e una perdita diffusa di reddito, sono rimasti immutati, quindi da 560 a 640 mensili per un alloggio di 80 metri quadri ammobiliato.

Sono questi alcuni dei dati, di un quadro “anomalo, raccolti nel "Report abitare Monfalcone 2012" dallo Sportello Prontocasa, gestito dalla coperativa Lybra e attivato dal Comune di Monfalcone e al servizio dell'intero Ambito Basso isontino per agevolare l'accesso alla casa da parte di chi non può contare su redditi elevati. Non a caso l'afflusso al servizio lo scorso anno è stato maggiore rispetto al 2011. La crisi sembra aver inoltre coinvolto più gli italiani (il 55% dei 74 nuovi nuclei che si sono rivolti allo sportello) degli stranieri con una situazione di fatto rovesciata rispetto all'anno precedente. Nel 2012 a farsi avanti ci sono state inoltre più famiglie che condividono lo stesso alloggio in attesa di raggiungere una condizione economica tale da permettere l'accesso a un'abitazione solo per sé (15%). A incidere è la crisi economica, ma anche quella dei legami famigliari: l'11% dei nuovi nuclei è monoparentale, cioé composto da un solo genitore, in pratica donne sole con figli.

Al servizio si sono rivolte famiglie o singoli con un solo reddito o contratti a termine, ma gli stranieri anche per i problemi dovuti alla loro origine. Parte delle famiglie e dei singoli sono stati inviati allo sportello dal Servizio sociale del Monfalconese o dai servizi dell'Azienda sanitaria. Tra i motivi che hanno spinto alcuni nuclei a rivolgersi a Prontocasa è stata la ricerca di un alloggio, perché quello in cui vivono è insalubre o non abbastanza spazioso.

Un'altra causa, definita piuttosto allarmante, che ha spinto una fetta di famiglie a reperire una nuova sistemazione è quella del pignoramento dell'immobile di proprietà o la sua vendita per coprire i debiti dovuti al fallimento di un'attività in proprio o dall'essere finiti in "cassa" o mobilità. Il 4% dei nuclei, quindi molto pochi, si è fatto avanti per l'esigenza di ricongiungersi con la propria famiglia ancora all'estero, oltre il doppio (il 9%) per il motivo opposto, la seprazione o il divorzio. Il 10%, infine, perché colpiti da un provvedimento di sfratto, ultimo atto spesso della perdita del lavoro. Nel 2012 lo sportello è però riuscito a soddisfare solo 11 su 21 richieste di microprestiti non onerosi per accesso alle locazioni. Dieci domande non sono state accolte per la mancanza dei requisiti, ma anche per l'opposizione dei proprietari degli immobili. Dal report emerge come si cerchi casa ancora soprattutto a Monfalcone per la vicinanza del posto di lavoro e l'assenza di un mezzo proprio, la possibilità di accedere facilmente a scuole e servizi. Trovarla, però, è sempre meno facile: la domanda di locazioni è aumentata a causa della difficoltà di comprare e l'offerta nello stesso tempo è più bassa. È emerso infine che le offerte sono tre-quattro a settimana a Monfalcone, spesso non accessibili per motivi di costi. La disponibilità è in calo anche nei centri limitrofi ed è, appunto, pari a zero per i cittadini del Bangladesh a causa degli usi, soprattutto culinari e di igiene, secondo i proprietari, diversi. In questo panorama così difficile spicca infine la mancanza di strutture per il ricovero temporaneo, anche se il Servizio sociale ricorre agli affittacamere per tamponare situazioni di emergenza.

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