A Monfalcone cremazione per oltre la metà dei defunti

Sorpasso della sepoltura tradizionale. In 36 casi le ceneri affidate ai familiari, ma c’è chi sceglie di disperderle in Carso
Il cimitero di Monfalcone
Il cimitero di Monfalcone

MONFALCONE A Monfalcone per più di un defunto su due i parenti hanno optato per la cremazione. Un trend aumentato nel corso degli anni, ma che nel 2015 ha visto il netto sorpasso dell’opzione, peraltro più diffusa nei Paesi del Nord rispetto a quelli delle aree meridionali, rispetto alla sepoltura tradizionale. Durante gli scorsi dodici mesi, su un totale di 393 funerali celebrati a Monfalcone, le cremazioni sono state 216, pari al 55% del totale.

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Un dato superiore a quello rilevato nel 2014 a Trieste, che pure è in vetta in Italia per numero di cremazioni in rapporto alla consistenza della popolazione. Non a caso, quindi, nelle indicazioni fornite dal Comune di Monfalcone al professionista che si aggiudicherà l’appalto e sarà incaricato di redigere il nuovo Piano regolatore cimiteriale c’è quella di individuare un’area di uso pubblico per la dispersione delle ceneri. Quanto, comunque, è stato previsto dalla legge regionale numero 12 del 2012, che ha introdotto sostanziali novità in materia e da cui è disceso, nel maggio 2013, il nuovo Regolamento comunale di polizia mortuaria. «C’è con tutta probabilità l’esigenza di pensare anche la costruzione di nuovi blocchi di loculi - afferma l’assessore ai Servizi demografici e cimiteriali Cristiana Morsolin -, visto che l’opzione della cremazione è scelta da sempre più famiglie e persone, come confermano i dati relativi al 2015 forniti dal servizio e che ribadiscono una tendenza in atto ormai da qualche anno».

L’area che sarà dedicata alla dispersione delle ceneri sarà in ogni caso ricavata all’interno dell’attuale perimetro del cimitero, come quella o quelle destinate alla sepoltura tradizionale di persone di altre religioni o senza credo religioso. «Non sono previsti ampliamenti del cimitero di via 24 Maggio - conferma l’assessore -, ma una riorganizzazione degli spazi». Anche a fronte di quanto previsto appunto dal nuovo Regolamento di polizia mortuaria, che ha reso comunque possibile nel territorio comunale di Monfalcone la dispersione delle ceneri “in natura”. Cioé sul Carso, appena alle spalle della città, o nel golfo di Panzano. Basta tenersi ad almeno 400 metri di distanza dall’abitazione più vicina, se ci si trova a terra, e ad almeno 200 metri dagli stabilimenti balneari.

La possibilità è stata abbracciata in tre casi lo scorso anno, mentre sono stati molto di più quelli in cui i familiari hanno chiesto di poter conservare a domicilio le ceneri, sempre come consentito dal regolamento. «Gli affidi delle ceneri ai familiari sono stati 36, pari quindi al 16,7% del totale di quanti hanno scelto la cremazione», aggiunge l’assessore Morsolin.

Il regolamento del 2013 ha introdotto in ogni caso anche altre novità, pure nate dalla spinta proveniente dai cambiamenti avvenuti nella società e dal confronto, realizzato a suo tempo dall'allora assessore competente Paolo Frittitta, con i cittadini e i comitati. Si va appunto dalla dispersione in natura delle ceneri e la loro conservazione a domicilio alla facoltà di sepolture condivise per i conviventi, alla possibilità di essere sepolti a Monfalcone anche per i cittadini ricoverati in strutture residenziali fuori regione e per i concittadini emigrati da un certo numero di anni. C’è infine la possibilità di cointestare la concessione tra più familiari. Il professionista che si aggiudicherà l’incarico (per il quale è prevista una spesa attorno ai 20mila euro) dovrà in ogni caso effettuare un’illustrazione generale e analitica dello stato di fatto, particolarmente incentrata sulla valutazione della struttura ricettiva esistente, sul suo grado di vetustà, sulla dinamica nel tempo delle diverse tipologie di sepolture e sull’andamento storico della mortalità.

Dovranno poi essere indicati i principali problemi ed esigenze e quantificati i fabbisogni, avanzando le possibili soluzioni e un programma di attuazione e sua graduazione nel tempo. Una volta predisposto in bozza del Piano regolatore cimiteriale, il professionista incaricato dovrà supportare l’amministrazione comunale nella predisposizione di tutti gli elaborati necessari per l’approvazione definitiva del medesimo, essere disponibile alla sua presentazione nelle commissioni consiliari e in Consiglio comunale e, una volta adottato lo strumento urbanistico, dare supporto per le eventuali controdeduzioni alle osservazioni pervenute.

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