A Lussino Villa Carolina confiscata al magnate russo che l’acquistò da Panto

La dimora fu acquistata nel 2009 per 12 milioni di euro dal magnate del petrolio Nikolay Petrovich Tokarev.  Formalmente la proprietà è della figlia che ha un patrimonio di 50 milioni di dollari

Andrea Marsanich

FIUME Il primo, grande colpo inflitto in Croazia a uno dei fedelissimi di Vladimir Putin. Dopo le sanzioni decise da Stati Uniti e Ue nei confronti di tre oligarchi russi e i loro familiari per l’appoggio dato al Cremlino nell’invasione dell’Ucraina, è stata sequestrata la celebre villa Carolina a Lussinpiccolo, acquistata nel 2009 per 12 milioni di euro dal magnate del petrolio Nikolay Petrovich Tokarev, direttore esecutivo del gigante energetico russo Transnjeft.

Lo storico edificio, incastonato nella baia di Cigale, era stato acquistato nel 2003 per 1 milione di euro dall’industriale veneto Giorgio Panto (morto tragicamente tre anni dopo), di origini chersine, che aveva rilevato la villa dall’impresa alberghiera lussignana Jadranka, non intenzionata ad investire ingenti somme nella manutenzione di quella che più di cent’anni prima sarebbe stata l’alcova dell’imperatore austroungarico Francesco Giuseppe e dell’attrice del viennese Burgtheatre, la bellissima Katarine Von Schratt.

A ordinare il sequestro dei beni è stato l’Ufficio per il controllo dei beni esteri presso il ministero statunitense del Tesoro (Ofac), che ha congelato le proprietà di Tokarev e di altri due super ricchi, Alisher Burhanovich Usmanov e Yevgeniy Prigozhin. Formalmente villa Carolina, già villa Carola, è in mano alla figlia di Tokarev, quella Maiya Tokareva che solo a Mosca ha un patrimonio stimato sui 50 milioni di dollari. Ora però la villa voluta da Francesco Giuseppe, considerata l’autentico simbolo dell’isola di Lussino, è stata sottratta alle disponibilità della Tokareva, misura che potrebbe protrarsi per chissà quanto tempo.

Progettata nel 1896 dall’architetto viennese Hugo Ritter Von Wiedenfeld, l’asburgica villa pareva decenni fa avere perso irrimediabilmente il suo fascino di abitazione nobile. All’epoca della Jugoslavia titina veniva utilizzata quale dimora estiva dei lavoratori stagionali della Jadranka, come cuochi, camerieri, cameriere al piano e donne di pulizia. Poi agli inizi degli anni’ 90 del secolo scorso, durante il conflitto croato-serbo, villa Carolina aveva ospitato decine di sfollati croati che scappavano dalle zone di guerra. Era stato l’imprenditore trevigiano Panto – deciso a farne il suo buen retiro quarnerino – a investire 19 anni fa 1 milione di euro. Nel 2005, spendendo una somma mai precisata ma probabilmente superiore all’investimento fatto due anni prima, Panto aveva finanziato una magistrale opera di restauro della costruzione di colore rosa, interventi che avevano riguardato sia le facciate che i suoi interni, ottenendo un pregevolissimo risultato che aveva consentito alla villa di riappropriarsi della sua grandeur.

Panto non si era fermato qui: aveva pure ordinato il rifacimento dello scoperto, con il parco a cui era stato restituito l’aspetto di un tempo, grazie alla messa a dimora di palme, oleandri e agavi. Purtroppo non aveva avuto il tempo di godere il suo rinomato immobile isolano (di cui andava molto orgoglioso) perché deceduto dopo che nel novembre del 2006 il suo elicottero si era inabissato nella Laguna di Venezia.

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