A Lignano off-limits spiaggia e parchi Grado si smarca e lascia tutto aperto

Il sindaco Raugna: «Se chiudo l’arenile o la pista ciclabile  si affollano le calli». E sul nuoto in mare: «Perché no?»
Bonaventura Monfalcone-18.06.2017 Bandiera blu-Aquilonata-Spiaggia-Grado-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-18.06.2017 Bandiera blu-Aquilonata-Spiaggia-Grado-foto di Katia Bonaventura

Giulio Garau / GRADO

«È un’isola piccola, Grado poi ha un centro storico concentrato. Mettere ulteriori limitazioni allo spostamento può diventare controproducente: non posso rischiare di trovarmi le calli affollate o il viale dei Moreri con assembramenti di gente se chiudo la spiaggia o la pista ciclabile».

A Lignano il sindaco Luca Fanotto, nonostante le disposizioni della Regione, dal 4 maggio e fino al 17 prolunga la chiusura di spiagge e parchi nella cittadina balneare. Una decisione presa per evitare qualsiasi forma di assembramento in luoghi dove è difficile far rispettare la distanza minima di almeno un metro. Grado non segue Lignano e il sindaco Dario Raugna spiega perché.

«Sto valutando la situazione giorno per giorno, ora faccio fatica a seguire Fanotto pur comprendendolo – dice –, noi abbiamo meno porzione di territorio per diluire i flussi. Più restringo le aree e più avremo un’alta concentrazione di gente. Se intervenissi per interdire l’area della spiaggia o il collegamento Grado-Pineta le persone affollerebbero le altre poche vie rimaste aperte».

Grado non è Lignano, una questione fuori discussione e il sindaco dell’Isola pensa piuttosto a nuove organizzazioni della vita pubblica e sistemi per evitare problemi di affollamento e assembramento. «Da questo punto di vista mi sento di rimettere in discussione il sistema – aggiunge Raugna – e faccio un esempio. I ristoranti non apriranno subito, ma può partire il take away, il cibo da asporto. Credo perciò che convenga predisporre dei luoghi pubblici dove anche chi non torna a casa possa consumare i pasti. Parchi, panchine, tavolini ad adeguata distanza tra loro per permettere questa nuova modalità. Altrimenti, se non troviamo soluzioni intelligenti per far ripartire i ristoranti e la ristorazione in generale, le vie d’uscita diventano difficili. Il rischio è trovarmi tutta la gente nella calli del centro storico o lungo il viale dei Moreri. Se faccio interdizioni poi è ancora peggio».

A Lignano il sindaco Fanotto non si è limitato a chiudere spiaggia, parchi e giardini pubblici, ma ha disposto l’interdizione anche della pista ciclabile Lungolaguna Trento, di tutte le aree da gioco e di allenamento sportivo. In spiaggia poi accede solo il personale per i lavori di allestimento. Sbarrati lo stadio comunale Teghil, la palestra, gli impianti sportivi di viale Europa, quelli della primaria Nievo, della secondaria Carducci. Chiusi anche tutti i centri di aggregazione, da quello dei giovani alla Terza età. Per tintarella o addirittura tuffi in mare, se va bene bisognerà attendere il 18 maggio per capire se i contagi scenderanno del tutto e ci saranno nuove aperture da Governo e Regione. «Andare a nuotare in mare? Io faccio il sindaco – commenta dopo un sospiro profondo Raugna – e ascolto cosa mi dicono il ministero della Salute, la task force governativa per l’emergenza coronavirus assieme all’Organizzazione mondiale della sanità. Ma anche quello che mi dice il presidente della Regione Massimiliano Fedriga. Le mie idee? Sono diverse».

L’impostazione del sindaco di Grado per i divieti sarebbe stata un’altra. «A differenza delle passeggiate, la possibilità di incontrare qualcuno mentre si nuota è minore – sostiene Raugna – per cui non sono contrario ad andare a nuotare. Attendo disposizioni di ordine superiore e poi mi adeguo. A mio giudizio ben si farebbe a lasciare andare le persone in spiaggia, ben distanziate, e non ci sarebbero nemmeno rischi a entrare in acqua. Occorrerà piuttosto mantenere un alto controllo sulle zone libere della spiaggia per evitare assembramenti, in quelle in concessione non ci sono problemi, sono presidiate. Questa è la mia logica. Certo se la situazione cambia e il percorso è rischioso intervengo con l’ordinanza. Bastano 24 ore». —

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