A Jasenovac tolta la targa con il motto degli ustascia

Lla lapide aveva suscitato una lunga controversia con Belgrado per via del motto contenuto nel logo dell’Hos: “Za dom, spremni!”, ovvero “Per la patria, pronti!”, un saluto ustascia in voga ai tempi del dittatore Ante Pavelić

ZAGABRIA. La targa riportante uno slogan ustascia ed affissa a fine 2016 nella cittadina di Jasenovac è stata rimossa ieri. Voluta dai veterani delle Forze di difesa croate (Hos) per ricordare gli 11 combattenti morti in quella località durante la guerra d’indipendenza (1991–1995), la lapide aveva suscitato una lunga controversia con Belgrado per via del motto contenuto nel logo dell’Hos: “Za dom, spremni!”, ovvero “Per la patria, pronti!”, un saluto ustascia in voga ai tempi del dittatore Ante Pavelić (l’alleato dei nazifascisti che governò la Croazia durante la Seconda guerra mondiale). Il fatto che la targa si trovasse nello stesso luogo in cui sorse il campo di concentramento di Pavelić (dove morirono più di 83mila serbi, ebrei, rom ed antifascisti), aveva scatenato l’ira del governo serbo, che aveva chiesto a più riprese alla Commissione europea di intervenire.

 

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Anche in Croazia, la targa ha alimentato un lungo dibattito e costretto il governo di Andrej Plenković ad intervenire, promettendo, appena dieci giorni fa, di trovare «un modo legale per modificare la targa commemorativa». La soluzione sembrava dover passare per una modifica del logo dell’Hos, registrato con il motto ustascia al suo interno, ma si è invece optato per un compromesso di breve termine. La targa, rimossa da Jasenovac, sarà infatti semplicemente spostata nella vicina cittadina di Novska, a 10 chilometri di distanza. Là verrà collocata in un memoriale dedicato ai combattenti caduti durante gli anni Novanta. Gli stessi rappresentanti dell’Hos si sono espressi ieri in una conferenza stampa per assicurare che l’operazione di rimozione era avvenuta a Jasenovac con il loro accordo. «Questa faccenda è durata troppo a lungo, siamo stanchi - hanno affermato i reduci - Abbiamo dato il nostro consenso alla rimozione ma non ci saranno modifiche ai simboli che l’Hos ha usato durante la guerra». Il controverso logo continuerà dunque ad essere usato in ogni manifestazione ufficiale.
 

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