A Grado il Perdòn si farà ma con un’altra Madonna

Lunedì vertice in municipio per l’organizzazione. Sarà riutilizzata l’antica statua del 1860 perché di dimensioni ridotte

GRADO Il Perdòn de Barbana si farà. Il voto della popolazione gradese che si è rivolta alla Madonna di Barbana per essere salvata – nel 1237 – dalla pestilenza che incombeva, non è stato fermato dalle guerre e non ci saranno nemmeno altri ostacoli, come quelli attuali, a fermarlo. Il programma sarà deciso nell’incontro in calendario lunedì alle 12 in municipio a Grado al quale parteciperanno solamente i rappresentanti degli enti e delle associazioni. Si è inattesa, infatti, non solo di conoscere quale sarà il nuovo decreto del presidente della Regione ma anche quali disposizioni impartiranno il prefetto e il questore. La processione attira a Grado una marea di persone e a centinaia raggiungono l’isola.

Si va intanto verso la conferma del convoglio di barche che accompagnerà la Stella del Mare, l’ammiraglia del Perdòn. Sono undici, infatti, i pescherecci che hanno ottenuto l’omologazione. Sul numero si saprà qualcosa di più lunedì. I pescherecci potranno portare un massimo di 30 persone. «Stiamo facendo di tutto per salvare il salvabile – afferma il sindaco, Dario Raugna – dobbiamo aspettare le ulteriori disposizioni e quanto ci sarà imposto per l’ordine pubblico e ciò che decideremo lunedì lo studieremo in maniera tale che ci sia la possibilità, se necessario, di modificarlo fino a 5 giorni prima della processione». Il Perdòn è in calendario la prima domenica di luglio, quest’anno il 5. Tutto da definire invece per il Sabo Grando, la festa profana della vigilia.

Ma quest’anno è quasi certo che ad accompagnare i gradesi a Barbana ci possa essere la statua della Madonna degli Angeli con il velo, quella che veniva trasportata in precedenza a quella attuale. Il motivo è semplice: per il trasporto necessità di un minor numero di portatori. La statua è nel frattempo stata restaurata e sono stati realizzati ex novo i veli. La statua risale al 1860 ed era stata realizzata dallo scultore Catone di Udine. Si trova nella patriarcale basilica di Sant’Eufemia. L’aveva commissionata il gradese monsignor Pozzetto che nel 1860 era parroco dell’isola ed ha la caratteristica, come buona parte delle statue delle Madonne dell’epoca, di indossare un grande velo. Settant’anni fa accadde, quando il corteo di barche aveva già fatto rientro a Grado e la statua era trasportata a terra in processione verso la basilica, che si scatenò un violento acquazzone che rovinò in parte la statua e soprattutto i veli.

L’allora arcivescovo Margotti stabilì che da quel momento in poi venissero eliminati tutti gli abiti e i veli delle statue della Madonna. La statua della Madonna degli Angeli finì nella soffitta della sacrestia e solamente cinque anni or sono, don Gianni Medeot ebbe l’idea di restaurarla. È stata pulita e restaurata, i grandi veli rifatti tali e quali da due donne gradesi, Elvi Tomas e Rita Facchinetti mentre i Portatori della Madonna hanno proceduto a rifare il trono. Inoltre sono stati recuperati gli angeli che non sono quelli originali, ma sono quelli utilizzati in uno degli altari che un tempo contrassegnavano le tappe della processione del Corpus Domini. —

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