A Grado è sparito il mosaico di Marocco, il Comune denuncia il furto

L’opera si trovava sulla facciata della casa del custode del polisportivo che è stata demolita. Appello del sindaco

GRADO Mistero fitto sulla scomparsa del mosaico del polisportivo dell’Isola della Schiusa. L’opera realizzata da Aldo Marocco è stata rubata. I ladri hanno approfittato dei lavori del parcheggio. Il mosaico, che risale agli anni Settanta, misura 130 per 130 centimetri ed era posto sulla facciata della casa del custode-biglietteria. Il furto sarebbe avvenuto il giorno prima della demolizione della biglietteria, quindi circa un mese fa ma la notizia è emersa solo in queste ultime giornate anche se in realtà all’interno del Comune è da diverso tempo che si sta indagando.

Il sindaco, Dario Raugna, ha segnalato il furto alla Polizia Locale che a sua volta si è rapportata con l’autorità giudiziaria. Sulle indagini in corso c’è lo stretto riserbo tuttavia si è saputo che in base ad alcune testimonianze, fino al giorno prima della demolizione l’opera si trovava al suo posto. Si tratta di un’opera di rilevanza tanto che è anche inserita nell’elenco dei beni tutelati dalla Soprintendenza. «Stiamo cercando di capire – afferma il sindaco Raugna - chi l’abbia portata via; nel frattempo abbiamo fatto anche le opportune segnalazioni alle autorità competenti. Ho fatto veramente tutto quanto ho potuto, anche andando personalmente a tirar fuori la varia documentazione, per poter arrivare a ritrovare il mosaico ma fino ad oggi non è emerso nulla; tutti dicono di non saper niente».

La vicenda inizia nel 1967 quando viene decisa la costruzione con ampliamento del polisportivo dell’Isola della Schiusa per un costo presunto di 65 milioni di lire. Nel 1972 c’è una variazione in sede di approvazione definitiva e la spesa complessiva arriva a 99 milioni delle vecchie lire. Il 2 per cento di questo importo per legge viene destinato all’opera d’arte definita allora come “abbellimento artistico”. Al vincitore della gara per l’opera d’arte sono andati pertanto poco meno di 2 milioni di lire. Nel 1977 la commissione giudicatrice sceglie l’opera del professor Aldo Marocco, che viene validata e inserita nell’elenco dei beni dalla Soprintendenza. La commissione che scelse l’opera era formata dal sindaco Giovanni Vio, dall’assessore allo sport, Giovanni Degrassi, da Giuseppe Franca della Soprintendenza, da Guido Fornasir progettista e direttore lavori del polisportivo, dal segretario comunale Giovanni Catalano e dal capo ripartizione tecnica del Comune Erminio Del Zotto.

Trattandosi di un mosaico di buone dimensioni il suo peso è alquanto elevato. Non è stato sicuramente facile l’asporto e che sicuramente, per non rischiare di rovinare l’opera, hanno dovuto intervenire sicuramente più persone che hanno ovviamente utilizzato anche un mezzo motorizzato. «Se non ho dato la notizia prima – precisa Raugna – è perché mi è stato chiesto il silenzio dagli inquirenti per evitare che il rischio che l’opera andasse distrutta. C’era anche la speranza di recuperarla in breve tempo. Se qualcuno ha visto qualcosa o fosse a conoscenza di qualche aspetto, è pregato di segnalarlo al comandante della Polizia locale, Mario Bressan, che sta conducendo l’indagine». —


 

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