A Gorizia si passa soltanto da Sant’Andrea. La Slovenia: «Poco personale per i valichi»

GORIZIA L’unico valico confinario aperto è e continuerà ad essere quello internazionale di Sant’Andrea. Sino al termine dell’emergenza Covid-19. L’annuncio fa seguito alla richiesta formulata, nei giorni scorsi, dai sindaci di Gorizia Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica Klemen Miklavic ai governi italiano e sloveno di aprire un valico pedonale, utilizzabile anche con le biciclette, per i numerosi lavoratori che, oggi, si trovano in grande difficoltà a causa della chiusura dei confini. Ma il governo sloveno si è dichiarato «impossibilitato» a soddisfare la richiesta per le «limitate risorse umane, sia tra il personale medico, sia tra le forze di polizia».
Andiamo con ordine. A informare dello sviluppo il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, rispondendo al sindaco Ziberna, che aveva sollecitato la Farnesina a intervenire per risolvere le criticità al confine con la Slovenia.
«La Farnesina - scrive Di Maio nella missiva indirizzata al primo cittadino - si è attivata fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria per risolvere le problematiche verificatesi alle nostre frontiere, dopo l’adozione di misure restrittive unilaterali. Proprio grazie ai ripetuti interventi da parte mia, degli altri colleghi di Governo e della nostra diplomazia, le criticità al confine orientale stanno progressivamente rientrando e il quadro generale si va normalizzando».
Sin qui la premessa, poi si entra nel merito. «Quanto alle questioni specifiche da lei sollevate, le assicuro che sono state portate all’attenzione delle autorità slovene tramite la nostra ambasciata a Lubiana. Purtroppo, l’unico valico fino a questo momento aperto a Gorizia è quello di Sant’Andrea. Trattandosi di un varco autostradale, non è fruibile da chi è sprovvisto di una vettura. L’unico accesso utilizzabile dai pedoni e dai mezzi agricoli è quello di Basovizza», puntualizza il ministro degli Esteri.
Che aggiunge: «La specifica esclusione da parte delle autorità slovene, nel decreto approvato il 19 marzo, degli agricoltori transfrontalieri dai controlli sanitari alla frontiera va senz’altro nella giusta direzione, anche se non rappresenta una soluzione esauriente. D’altra parte, le autorità di Lubiana ci hanno segnalato di disporre di limitate risorse umane sia tra il personale medico sia tra le forze di polizia e, per questo, di doverle concentrare sui valichi esistenti, senza poterne aprire di nuovi. Per queste ragioni anche la richiesta analoga a quella da Lei avanzata presentata dal sindaco di Nova Gorica alle autorità slovene è stata accolta solo in parte, con la decisione di esentare dai controlli sanitari i lavoratori agricoli transfrontalieri ma senza vedere l’apertura di nuovi valichi», scrive ancora Di Maio.
«Nell’assicurarle che continueremo a monitorare attentamente l’evoluzione della situazione, intervenendo in modo puntuale ove sorgessero nuove problematicità, le invio i miei più cordiali saluti», la conclusione del Ministro. —
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