A Gorizia più reati che a Monfalcone
Calano i reati in tutto l’Isontino. Nel 2015 i fenomeni delittuosi rilevati da parte di tutte le forze di polizia furono 4.618. L’anno successivo, il 2016, 3.961 con un calo del 14,2%. Merito della prevenzione e della scrupolosa attività di controllo svolta da chi tutela la sicurezza dei cittadini.
Ma non mancano le curiosità. Sino a ieri Monfalcone era considerata una sorta di “Bronx de noantri”. Gorizia, invece, era l’isola felice. Questo lo stereotipo e il luogo comune che si era instillato nella mente di molti. Ma nel capoluogo di provincia, in termini assoluti, si registrano più atti deliquenziali che nella città dei cantieri. D’accordo, potrebbe opinare qualcuno, Gorizia è più grande ed essendoci più abitanti si moltiplica anche la criminalità (seppure micro). Ma i dati fanno a pugni con quel luogo comune per cui è Monfalcone ad essere il Comune “capofila” della deliquenza. Ebbene: nel 2016 sono stati commessi a Gorizia 1.180 reati contro i 1.117 di Monfalcone. Il sorpasso riguarda i furti nelle abitazioni, le truffe e i reati relativi alle sostanze stupefacenti.
Droga
sull’ex confine
Girano troppi stupefacenti. Ne sono consapevoli le forze dell’ordine che hanno impresso un ulteriore “giro di vite” ai controlli per stanare gli spacciatori che fanno la spola fra Gorizia e Nova Gorica. Il diffondersi delle cosiddette «droghe sociali» rimane un dato sommerso ma allarmante soprattutto per la sua diffusione fra i giovani mediamente compresi nella fascia di età fra i 20 e i 24 anni. Il territorio viene considerato di transito di sostanze stupefacenti provenienti dall’Est europeo e destinate al mercato dell’Italia settentrionale. Il fenomeno trova la sua principale causa nella vicinanza con la Slovenia (di cui Nova Gorica si è confermata come snodo centrale di smercio). «L’aumento dei reati in questo campo (69 contro i 48 del 2015, ndr) - spiega la Questura in una nota - sottolinea una più attenta e precisa attività della Polizia di Stato a contrasto del fenomeno che coinvolge anche la vicina Repubblica di Slovenia e per il quale, grazie all’ottima collaborazione con il collaterale organo di polizia, si registrano importanti risultati operativi».
Reati
in decremento
La formula “prevenzione da parte delle Forze di Polizia più partecipazione e consapevolezza da parte della collettività uguale meno reati” viene ampiamente dimostrata nel compendio statistico dei fenomeni delittuosi in questa provincia nell’anno 2016 di cui pubblichiamo un’estrapolazione nel grafico in alto.
«In particolare - spiega il questore Lorenzo Pillinini - si evidenzia l’efficacia dell’equazione analizzando i reati contro il patrimonio e contro la persona che hanno registrato un sensibile decremento in tutto il territorio provinciale». In tutto l’Isontino, i reati contro l’incolumità pubblica sono stati 471 (-10,1%), quelli contro la persona 320 (-45%), i reati contro il patrimonio 2.237 (-13,1%), le lesioni e le percosse sono state 149 (-35,8%), i danneggiamenti 461 (-10,8%), i furti 1.804 (-13,4%) e le truffe e frodi informatiche 354 (-13,4%).
L’ordine
pubblico
«L’ordine pubblico - aggiunge Pillinini - non ha destato particolare preoccupazioni ed è rimasto in linea con gli anni precedenti. Per la maggior parte sono stati predisposti servizi a tutela dell’ordine e sicurezza pubblica in occasione di manifestazioni espressioni di vecchie contrapposizioni politiche. A giugno e ad ottobre i picchi dell’impegno delle forze dell’ordine in occasione del Raduno Alpini del Triveneto e Adunata nazionale della Julia e della visita del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e del Presidente della Repubblica di Slovenia, Borut Pahor».
La questura vuole evidenziare un episodio «che, solo grazie alla professionalità ed alla risolutezza operativa degli operatori del commissariato di Monfalcone, ha scongiurato un tragico epilogo in un’abitazione di San Canzian d’Isonzo, il 28 maggio scorso: un 35enne albanese aveva sequestrato la moglie e i due figli con evidenti insani propositi impediti dall’intervento della Polizia di Stato».
Degne di nota, infine, anche le sei espulsioni di cittadini stranieri extracomunitari residenti in questa provincia con decreto del Ministro dell’Interno, poiché la loro presenza in territorio nazionale costituiva una minaccia per la sicurezza dello Stato.
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