A Gorizia partito il processo amianto per 44 decessi e una lesione

Due nuove parti civili hanno chiesto e ottenuto la citazione a giudizio di Fincantieri. Imputati Tupini, Zappi, Schivi (ex Italcantieri) e Roxbj (ditta d’appalto Devidson)
Laura Borsani

MONFALCONE Si è aperto il nuovo processo amianto, lo scorso martedì, davanti al giudice monocratico Concetta Bonasia. Gli imputati chiamati a rispondere per omicidio colposo sono gli ex dirigenti Italcantieri Giorgio Tupini e Antonio Zappi, nonchè l’allora capo del personale Roberto Schivi, quindi Rhode Ronald Roxbj, ex titolare dell’impresa di appalto Devidson, in quest’ultimo caso per un solo decesso.

A questo punto al Tribunale di Gorizia diventano due i processi in atto, considerando quello ormai da tempo in corso, davanti al giudice monocratico Marcello Coppari, a fronte di una ventina di lavoratori deceduti.

Il procedimento avviato, in base al capo di imputazione, riguarda quarantacinque parti offese, in particolare 44 decessi, tra cui 37 morti per mesotelioma e sette per carcinomi, e un ex lavoratore affetto da mesotelioma (lesione).

Una parte delle famiglie dei congiunti rimasti vittime dell’esposizione all’amianto si sono costituite parti civili, per altre invece la scelta è stata orientata al procedimento civile ai fini del risarcimento, se non sia intervenuta una trattativa extragiudiziale.

Quanto agli enti o istituzioni, in questo processo risulta la costituzione di parte civile della Fiom Cgil, rappresentata dall’avvocato Rossella Genovese.

Martedì, dunque, al Tribunale di Gorizia, davanti al giudice Bonasia si è partiti con l’udienza filtro. In quella sede si sono costituite due nuove parti civili, figli di un ex lavoratore deceduto, rappresentate dall’avvocato Lucia Rupolo, del Foro di Padova. Il legale ha quindi richiesto per i propri assistiti la citazione di Fincantieri Spa quale responsabile civile. Istanza autorizzata dal giudice, che ha fissato la successiva udienza al prossimo 7 settembre, per la costituzione in giudizio della società sulla base delle richieste formulate dalle due nuove parti civili.

Sempre in quella giornata è previsto lo spazio per affrontare le questioni preliminari, c’è da attendersi che da parte delle difese degli imputati non mancheranno obiezioni o eccezioni. È possibile che il giudice proceda anche alla calendarizzazione dell’istruttoria dibattimentale, nel fissare pertanto le date per le ulteriori udienze.

Nell’ambito di questo nuovo procedimento, tra i quarantaquattro decessi causati dall’esposizione all’amianto, rientrano quattro donne, congiunte degli ex lavoratori del cantiere navale, che avevano “respirato” la fibra minerale cancerogena, in un contesto quindi familiare. Si tratta di Firmina Tittonel, Anita Sanson, Fulcida Pelaschier e Bruna Sturni.

I legali difensori degli imputati sono gli avvocati Corrado e Matteo Pagano, Cassiani, Laganà, nonché Angelilli, quest’ultimo per la posizione di Rhode Ronald Roxbj. Tra i raappresentanti delle parti civili, oltre ai legali Rossella Genovese e Lucia Rupolo, sono presenti gli avvocati Paolo Pacorig e Stefano Grassi per il Foro di Gorizia.

Due processi paralleli. L’uno già in stato avanzato, davanti al giudice Coppari, avviato nell’aprile del 2019, e che era stato contrassegnato dalla questione in ordine alla competenza territoriale a Trieste, riproposta dalle difese dopo averla già avanzata e rigettata, in sede preliminare, così come da parte del giudice Coppari che aveva confermato la sede giudiziale goriziana. L’altro procedimento si è dunque appena aperto, martedì, davanti al giudice Bonasia.

Nel frattempo il numero degli imputati ex Italcantieri chiamati a rispondere di omicidio colposo legato alle vittime dell’amianto, si sono ridotti a due, ai quali si affianca l’ex capo del personale. Tutti in età avanzata, con Tupini da considerare l’imputato “storico” e più longevo, a giugno infatti raggiungerà i 99 anni. Zappi di anni ne ha 86, Schivi 83. Tre imputati ex Italcantieri rimasti, nel 2018 erano nove.

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