A Gorizia nuova Tasi ridotta rispetto a Trieste

L’esborso medio sarà di 122 euro contro i 309 richiesti nel capoluogo giuliano. Romoli: «Introdotte detrazioni alle rendite più basse». Acconto entro giovedì
Bollette da pagare (Foto di archivio)
Bollette da pagare (Foto di archivio)

Il costo medio della Tasi nelle città capoluogo è di 191 euro pro capite con punte di 429 euro mentre il costo medio complessivo di tutti i Comuni è di 148 euro. Gorizia? Fa la parte della virtuosa. E ad evidenziarlo non è il Comune (sarebbe troppo di parte), bensì la Uil che ha puntato la lente d’ingrandimento sulle 5.279 municipalità italiane in cui si deve pagare l’acconto della Tasi entro il 16 ottobre (giovedì).

Ebbene: in città, una famiglia senza figli pagherà mediamente 122 euro (di cui 61 di acconto entro giovedì). I costi, spiega la Uil, sono rapportati ad un’abitazione con rendita catastale derivante dalla media ponderata delle abitazioni di ogni singola città. Pagherà, sempre in media, 122 euro anche una famiglia con un figlio. Come si può ben vedere, a Gorizia l’esborso sarà minore rispetto a tante altre città italiane e rispetto anche a Trieste, dove mediamente i cittadini si ritroveranno a pagare 309 euro di Tasi (321 le famiglie senza figli, 296 quelle con un figlio). La media dell’acconto del 16 ottobre si attesta, sempre nel capoluogo giuliano, a 155 euro.

Parla il sindaco «Entro il 16 ottobre si paga, dunque, la prima rata della Tasi mentre la seconda avrà scadenza il 16 dicembre. L’aliquota - spiega il sindaco Ettore Romoli - è dell’1,5 per mille, applicata alla sole abitazioni principali e loro pertinenze. Da evidenziare anche le detrazioni che vengono introdotte nei confronti delle rendite più basse: si tratta di 75 euro per rendite catastali sino a 315 euro, 55 euro per rendite superiori a 315 e sino a 370, 30 euro per rendite superiori a 370 e sino a 440. Non è prevista nessuna detrazione oltre i 440 euro. Perché queste fasce? Perchè, altrimenti, si sarebbe verificato lo stesso fenomeno di cui hanno parlato diverse trasmissioni televisive nazionali, ovvero che le abitazioni più modeste avrebbero pagato in proporzione di più rispetto a quelle di lusso».

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Romoli va oltre e vuole ricordare una volta di più che quella applicata a Gorizia è «una delle aliquote più basse d’Italia: l’aliquota massima applicabile è del 3,3 per cento e la maggior parte dei Comuni italiani (circa il 60%) l’ha introdotta nella misura massima. Quindi Gorizia, che è una città in cui è stata applicata l’Imu sulle seconde case e sulle attività produttive al 7,6 per mille e sono stati esentati i propri cittadini dal pagamento dell’Irpef, si conferma una città in cui la pressione fiscale è bassissima». «Peraltro - conclude Romoli - va detto che i soldi incassati dalla Tasi finiranno dritti dritti nelle casse dello Stato: In pratica siamo gli esattori del Governo!».

Il rapporto della Uil Ma guardiamo al resto d’Italia grazie al report della Uil nazionale che ha fatto un’analisi globale della situazione. Olbia e Ragusa sono le città a “zero Tasi” (nel senso che non l’hanno proprio applicata), Aosta, Trento, Nuoro, Matera le sole con l’aliquota base dell’1 per mille, tutte le altre città hanno aumentato le aliquote.

Catanzaro ha scelto l’1,2 per mille, Pordenone l’1,25 per mille (con detrazioni), Gorizia e Brindisi l’1,5 per mille (con detrazioni), Treviso l’1,6 per mille (detrazione di 200 euro per tutti gli immobili), Oristano l’1,7 per mille, Pesaro l’1,9 per mille con detrazioni legate al reddito Isee fino a 12mila euro.

Gi altri capoluoghi hanno scelto tutti aliquote comprese tra il 2 e il 3,3 per mille: 35 città (un terzo del totale) hanno optato per l’aliquota del 3,3 per mille (tra cui Ancona, Arezzo, Biella, Bologna, Cremona, Firenze, Ferrara, Genova, La Spezia, Napoli, Catania, Bari, Perugia, Carrara, Como, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Salerno, Torino), altre 6 un’aliquota tra il 3 e il 3,2 per mille (Bergamo, Pescara, Lecco, Siena, Lodi, Modena).

Venezia ha rettificato e portato l’aliquota al 2,9 per mille, Palermo ha scelto il 2,89 per mille, 38 Città l’aliquota del 2,5 per mille (tra cui Roma, Milano, Brescia, Reggio Calabria, Verona), altre 6 città sono tra il 2 per mille e il 2,4 per mille.

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