«A Gorizia non siamo razzisti». Chiesta la testa di Gergolet

Le esternazioni del medico sulla sanità transfrontaliera non sono piaciute al centrodestra che ha preparato una mozione per rimuoverlo dal Gect
Bumbaca Gorizia 30.03.2012 Lista Romoli Francesco Piscopo - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 30.03.2012 Lista Romoli Francesco Piscopo - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

Quell’intervista ha finito con lo scatenare la bufera. Al mondo politico (di centrodestra) le affermazioni di Marco Gergolet, il medico ginecologo di Doberdò del Lago che è direttore sanitario dell’ospedale di Šempeter non sono piaciute per niente. Due i passaggi “incriminati”. Il primo: «Ci sono barriere razzistiche anti-slovene che ostacolano la collaborazione sanitaria transfrontaliera. Se Gorizia confinasse con Londra o con Parigi i goriziani non avrebbero nessuna difficoltà a partorire in questi ospedali». Il secondo: «Da anni, troppi anni, da sempre praticamente, la politica mette il becco in questioni scientifiche e tecniche delle quali non ha alcuna conoscenza. Cosa mai può sapere un politico se un Punto nascita è sicuro o non è sicuro? Chissà per quale motivo, ma guarda caso tutti i politici si dimostrano grandi esperti di sanità».

Oggi arriva la risposta secca di un assessore comunale (Francesco Del Sordi) e tre consiglieri comunali (Fabio Gentile, Alessio Zorzenon e Francesco Piscopo) che è, di fatto, una dichiarazione di sfiducia nei confronti di Gergolet che fa parte della commissione sanità del Gect. Durissima la missiva. «Certo che se esistesse il premio per il miglior provocatore dell’anno, leggendo la cronaca di Gorizia del Piccolo degli ultimi giorni, il premio potrebbe andare “ad honorem” al ginecologo su cui la città aveva scommesso per il rilancio del Punto nascita. Sembra paradossale, ma quel medico che poteva risollevare le sorti del reparto goriziano si è rivelato il suo maggiore detrattore».

Attaccano i quattro esponenti di centrodestra: «Leggere sulla cronaca cittadina una simile presa di posizione non può che irritare (ed usiamo un eufemismo) le migliaia di persone che hanno già sottoscritto la petizione per il mantenimento del Punto nascita goriziano. Da politici chiamati in causa, rigettiamo le offensive dichiarazioni dell’italo-sloveno dottore. Stigmatizziamo la presa di posizione contro i politici che difendono il Punto nascita goriziano, partendo dal sindaco ed abbracciando anche tutto l’arco costituzionale rappresentato in consiglio comunale. Si etichetta con poco lusinghieri epiteti tutti i politici locali (razzisti) evidentemente partendo dal sindaco, reo di governare la città e di permettersi di parlare di sanità senza appartenere alla “casta” dei medici illuminati (a cui ovviamente appartengono studenti di medicina, medici-dentisti ed altri). Arrivare pure a considerare impiccioni tutti i consiglieri comunali che hanno votato la mozione a favore del punto nascita di Gorizia, poiché si permettono di parlare di questioni mediche di cui non sanno nulla, è un’offesa senza limiti. Non possiamo tacere».

I quattro annunciano che, attraverso una mozione, chiederanno «di sostituire dal Gect per evidente “incompatibilità ambientale” quel medico che immeritatamente oggi rappresenta il Comune di Gorizia in seno a quella struttura, con nomina proposta, guarda caso, dalla locale Azienda sanitaria. Non abbiamo il minimo dubbio che quest’ultima non sprecherà una sola parola in difesa del nostro reparto, alimentando in tal modo il regime del terrore che ha allontanato molte potenziali mamme».

Pesantissimo il finale: «Auguriamo all’illustre medico di avere successo nella sua campagna elettorale per poi magari dover decidere su argomenti legati all’agricoltura o all’industria, salvo poi sentirsi dire dall’agricoltore o dall’industriale di turno di non impicciarsi di cose di cui non sa nulla. Vuole davvero “fermare il declino” come recita il moto del partito in cui milita? Rimanga pure nei suoi studi e nelle sue corsie. Gli auguriamo che le donne isontine non siano vendicative nei suoi confronti, scegliendo altri medici da cui farsi visitare. Sarebbe forse solo il minimo che una mamma goriziana possa fare dopo aver letto quell’articolo. A nostro avviso questo intervento è solo l’ennesima tessera di un mosaico i cui dettagli sono sempre più chiari».

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