A Gorizia lordata la Curia con slogan filo-Ratzinger
GORIZIA Quattro scritte, quattro frasi di tenore politico e dai toni sprezzanti, la stessa firma, ripetuta più volte. Così è stata lordata l’altra notte la facciata del palazzo che ospita la sede della Curia arcivescovile a Gorizia. Un attacco alla politica, con insulti all’ex premier Matteo Renzi, ma anche alle Ong, riferimento evidente al tema attuale della gestione dei migranti.
La scoperta è stata fatta ieri mattina di buon’ora da alcuni cittadini che hanno prontamente avvisato la Curia e le forze dell’ordine, intervenute per rendersi conto dell’accaduto. Di disegni e slogano sui muri della città (non ha senso parlare di graffiti o di murales, visto che in questo caso, come in molti altri, di artistico non ci sono né la dignità né la finalità) se ne vedono tanti, e un po’ ovunque, ma stavolta l’effetto è sicuramente più forte, perché chi ha agito nella notte tra mercoledì e giovedì ha scelto di lasciare i suoi messaggi su un luogo fortemente simbolico. Palazzo Cobenzl oltre ad essere uno dei palazzi storici di pregio della città, è legato alla Chiesa.
Alla destra del massiccio portone d’ingresso, per chi osserva la cinquecentesca residenza, si leggeva a caratteri cubitali “Renzi boia” e accanto, più in piccolo, “Ong criminali”. Il tutto completato da quella che ha tutta l’aria di essere una firma, o “tag” (come si definisce il nome d’arte dei graffitari), “33C”. Dalla parte opposta della facciata della sede della Curia, invece, ecco la più enigmatica dicitura “Ratzinger superstar” dedicata al Papa emerito, e, prima della firma già citata, un cuore disegnato in mezzo alle lettere “I” e “U”: anche senza particolare sforzo d’immaginazione come dire “I love you”, “ti amo”. Infine, proprio sotto la targa che identifica la sede arcivescovile, e dove la parete termina per lasciar posto al cancello, l’ultimo sfregio al palazzo, una sorta di svastica cerchiata sotto la scritta “God bless my intentions” (“Dio benedica le mie intenzioni”), come se il vandalo rivendicasse una copertura superiore per il suo gesto.
«Ci siamo trovati di fronte a questo triste spettacolo poco prima delle sette di questa mattina (ieri, ndr) al momento di aprire il negozio – racconta Silvia Paoletti, presidente provinciale delle Acli che proprio di fronte al Palazzo Cobenzl gestisce, con il marito, il negozio di ricambi auto “Sprintauto” -. È chiaro che l’autore di quelle scritte deve essere entrato in azione la notte tra mercoledì e giovedì, perché altrimenti ieri sera alla chiusura le avremmo notate senz’altro».
La zona è comunque coperta dalle telecamere di videosorveglianza, e le immagini saranno certamente messe a disposizione delle forze dell’ordine. «Non commentiamo il gesto di qualcuno che, evidentemente, non aveva nulla di meglio da fare – spiega Mauro Ungaro, responsabile della comunicazione dell’Arcidiocesi -. Ci sono le telecamere e le relative immagini, confidiamo che l’autore o gli autori di questo gesto vengano identificati quanto prima».
Intanto ovviamente è stata già disposta l’eliminazione delle scritte dalla facciata dello storico palazzo, e se non dovesse essere sufficiente una robusta pulizia della parete si procederebbe a passare una mano di vernice. Un caso del tutto diverso, ma che fece un certo scalpore, è quello ricordato qualche tempo fa: nel 2014 un goriziano si era sbizzarrito con il pennarello sui muri della questura, poi ci aveva ripensato ed era tornato per cancellare le scritte con la vernice. Ma non la passò lo stesso liscia andando a processo. Chissà se la stessa sorte toccherà anche al “writer” della Curia. —
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