A Gorizia la scommessa vintage vinta da Alfredo: «Il ritorno del vinile mi ha dato ragione»
RONCHI Queen, Dire Straits, U2, Vasco Rossi. Per acquistarne l’ultimo album, al Music Shop gli appassionati non temevano gli assembramenti. Oggi, invece, nel negozio di via Mazzini di assembramenti non ce ne sono più e non per le norme anti Covid. La musica è cambiata e Alfredo Podgornik sa bene il perché: le trasformazioni del mercato discografico le conosce meglio di altri. Ha cominciato nell’84, poco più che ventenne, in via De Gasperi: La Discoteca era attiva dalla seconda metà dei Settanta; faceva parte della catena di un imprenditore veronese e lui ne era un dipendente.
In una Gorizia ormai lontana, vendeva vinili e musicassette, come la Fototecnica (in corso Italia) e l’Old Swan Music Center (in via Baiamonti), ma più di qualcuno ricorderà che pure Pecar, dal ’69 (anno di apertura del negozio di via Contavalle) alla metà degli Ottanta, aveva una sezione di cassette e dischi, con due cabine per poterli ascoltare. C’era posto per tutti, in quella Gorizia, bastava aver voglia di lavorare. E se Pecar continua a vendere pianoforti e flauti, chitarre e violini, Alfredo è rimasto uno dei pochi in regione e non solo a destreggiarsi tra Cd e 33 giri. Strana, la vita: era nato con il vinile e, da qualche anno, i 33 giri son tornati di moda; nel mezzo, c’è stata l’epoca aurea del compact disc, tristemente in declino anche se, per fortuna, resiste, come resiste il Music Shop. Dal ’93 è al civico 13/A, ma quando Podgornik ha deciso di mettersi in proprio, nell’88, era in un altro ambiente più piccolo, sempre nella stessa via.
«Ora le vendite sono decimate – ammette –. In provincia siamo rimasti in due: oltre al mio, c’è un negozio a Ronchi. Comunque, nonostante gli anni bui del mercato, tengo duro. Ci sono mille siti internet dove gli album si acquistano in digitale o si scaricano gratuitamente, ma senza qualità. Gli appassionati continuano allora a privilegiare i formati originali ad alto livello di riproduzione. Il risultato è che a vendere musica siamo rimasti in pochissimi: è un fenomeno che non riguarda soltanto Gorizia, ma tutto il mondo. Mi salva il fatto che non ho mai puntato solo sugli artisti di classifica, ma anche su quelli storici, di elevato valore artistico».
La clientela è pure d’oltreconfine, ma il periodo più fortunato, per Alfredo, sono stati i Novanta, con molti che, dopo aver collezionato i 33 giri, convertivano la propria discografia in Cd. Ma da qualche anno i vinili son tornati, con quell’aria vintage che li caratterizza, mentre dal 2008 il negozio possiede pure una scelta di Dvd di film specie d’autore. Podgornik, inoltre, ha un buon assortimento di classica e jazz, «anche se la classica, a Gorizia, è sempre stata una nicchia, come del resto il jazz che tengo, tuttavia, perché è una mia passione» precisa: non è soltanto un esperto, ma un musicista che suona il basso in più gruppi del territorio. «Oggi – conclude – è più facile vendere artisti più datati, che suscitano l’interesse di un target adulto, non abituato a scaricare da Internet, rispetto ai nomi che piacciono ai giovani, ormai allenati ad ascoltare la musica in digitale, non ponendosi il problema della qualità. Di sicuro, fino ai primi anni Novanta c’era una incredibile varietà di proposte. Le case discografiche producevano molti più album e per gli artisti emergere era più facile». Si attendevano le uscite con trepidante attesa, ora anche la buona musica viene data per scontata. Con il risultato che ce n’è sempre di meno. Alfredo lo sa bene. —
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