A Gorizia il bimbo sopravvissuto ad Auschwitz
Tre amici e compagni di gioco in una piazzetta di Fiume, vicino al porto.
Ragazzi come altri, ignari di quanto succede loro intorno. Dall’oggi all’indomani uno si ritroverà rinchiuso nel campo di sterminio di Auschwtiz Birkenau.
Gli altri due, fratelli, fuggiranno dalla città alla ricerca del padre, a Milano per lavoro.
Dopo settant’anni da quei drammatici avvenimenti i tre amici si ritrovano.
Succederà sabato a Gorizia.
Protagonisti sono Oleg Mandic, giornalista, personalità di spicco del panorama culturale croato, e i fratelli Giovanni e Abdon Pamich, il primo già stimato primario di Chirurgia negli ospedali di Gorizia e di Monfalcone e il secondo campione olimpico a Tokyo, nel 1964, di marcia.
Il loro abbraccio spargerà ulteriore emozione sull’appuntamento organizzato dal Rotary club di Gorizia nell’ambito del progetto “Costruire ponti di pace e amicizia”. Il presidente rotariano Bruno Augusto Pinat ha messo a punto un incontro dedicato soprattutto ai giovani.
Saranno infatti presenti alcune classi di liceali, affinché apprendano due lezioni fondamentali: la solidarietà e la capacità di sacrificarsi per ottenere i risultati migliori.
Solidarietà perché sabato, grazie alla collaborazione tra dodici Rotary del Triveneto e quello di Fiume, verrà consegnato un service dal valore di 41 mila dollari americani a favore del Centro di assistenza a persone colpite da forte disabilità situato a Fortica, vicino a Fiume.
«La visita in quella struttura - spiega il presidente Pinat - è stata per me un’esperienza dolorosissima, che mi ha toccato nel profondo spingendomi ad attivarmi per aiutare quelle creature».
Nella struttura viene garantita assistenza a una sessantina di persone, per lo più orfani o ragazzi abbandonati da famiglie che non hanno mezzi di sostentamento. Sono operativi oltre 50 assistenti tra infermieri, medici e volontari.
Nell’occasione della visita a Fortica, Pinat ha conosciuto Mandic, del Rotary di Fiume. In quel contesto ha saputo della vicenda dell’amicizia con i fratelli Pamich; Giovanni è un rotariano di Gorizia. Ecco allora l’idea di farli incontrare per raccontare soprattutto ai ragazzi cosa significhi davvero percorrere una vita in salita, coronata da successo professionale e non solo.
Giovanni e Abdon Pamich, scappati da Fiume occupata dai partigiani di Tito, si sono mantenuti gli studi lavorando sodo, in quanto il padre nel frattempo licenziato si era ridotto allo stato di barbone. Giovanni Pamich, chirurgo, per pagarsi gli studi d’estate lavorava come boscaiolo in Inghilterra. Le sue mani non ne hanno evidentemente risentito.
Drammatica la storia di Mandic, deportato con nonna e mamma ad Auschwtiz Birkenau, in seguito a una retata dei tedeschi a Fiume nel 1944.
A undici anni si ritrova prigioniero politico in conseguenza del fatto che il padre e il nonno sono collaborazionisti di Tito.
Ma a incastrarlo è un messaggio sulla clandestina Radio Londra intercettato da nazisti. In quel campo di sterminio agisce il malefico Josef Mengele, il medico nazista noto come Dottor Morte per i suoi esperimenti di eugenetica sui pazienti. Mandic riesce a non cadere negli artigli letali di Mengele. Sarà l’ultimo rinchiuso ad essere liberato dagli Alleati nella primavera del 1945.
Impiegherà quasi vent’anni Mandic per sconfiggere i fantasmi di quell’orrore vissuto sulla sua pelle, intrisa dall’odore della morte. Ma ancora oggi accompagna scolaresche e comitive varie a visitare Auschwtiz Birkenau.
Sabato a Gorizia, con Pamich, parlerà di questo. E tutta la cittadinanza è invitata a sentire. (ro.co.)
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