A Gorizia e Monfalcone c’è chi invita ad agire subito: «I giovani non ce la fanno più»

GORIZIA «La didattica a distanza può andare bene in emergenza, ma la scuola reale è quella in presenza». La riflessione è del dirigente scolastico del polo tecnico goriziano Alessandro Puzzi, che spiega come a suo parere «bisogna fare tutto quanto è indispensabile per tornare in aula». «Noi non abbiamo competenze mediche, e dunque rispettiamo ciò che ci viene detto da chi di dovere – dice Puzzi –, però il problema non è tanto quanto avviene a scuola ma piuttosto ciò che accade fuori, a partire dai trasporti. Nei nostri istituti (Galilei, Fermi e Pacassi, ndr), abbiamo lavorato durante le festività natalizie per essere pronti a un eventuale rientro dei ragazzi. Insomma, li aspettiamo». Puzzi sottolinea come il ritorno sui banchi sia una reale necessità. «La Dad rischia di far restare indietro gli studenti, specie quelli più deboli o meno motivati – dice –. Fuori da scuola i giovani finiscono per non vivere in un mondo reale, quello fatto di relazioni e confronti. Osserviamo come dalle stesse famiglie in molti casi arrivi la richiesta di riattivare le lezioni in presenza». E se per la preside del polo D’Annunzio-Fabiani, Marzia Battistutti, «probabilmente non spetta a noi dire ciò che è giusto o non giusto fare, ormai siamo abituati ad adeguarci», lanciano l’allarme i dirigenti scolastici nella Bisiacaria.

«I genitori – dice il dirigente del Buonarroti di Monfalcone, Vincenzo Caico – mi dicono che i ragazzi sono depressi, soffrono parecchio, sembrano demotivati ed è una situazione molto difficile. La Dad per quanto funzioni bene, li rende lo stesso preoccupati poiché non vedono una fine a questa situazione». Preoccupazioni anche per il dirigente Brignoli-Einaudi-Marconi, Marco Fragiacomo: «Finire l’anno scolastico a distanza è un vero disastro. Da un lato ci sono gli studenti che vengono danneggiati e vediamo sempre di più comportamenti anomali, dall’altro chi ci governa a livello regionale conosce le situazioni delle case di riposo e della diffusione dei contagi, delle condizioni drammatiche degli ospedali saturi...». Secondo Fragiacomo con una didattica a distanza venga al 50%, «gli studenti potrebbero benissimo tollerare la scuola, alternare quindi i vari tipi di lezioni e i trasporti sarebbero decongestionati». Ma la decisione la lascia alla politica.

Infine la dirigente scolastica del Pertini, Carmela Piraino, si concentra ancora sui ragazzi che stanno pagando un prezzo altissimo. «Tutti ci stiamo accorgendo – afferma – che se da una parte gli alunni sentono il peso di questa situazione, dall’altra è anche vero che la curva epidemiologica ci fa capire la gravità dei contagi. E per i ragazzi è ancora peggio perché oltre alla tensione dell’emergenza sanitaria si sentono perduti. Allora difendiamo la “presenza”, ma in sicurezza proprio per garantire ancora il diritto allo studio. Non è il momento di fare crociate l’uno contro l’altro – aggiunge Piraino – semmai bisogna trovare nuovi punti d’incontro». —


 

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