A Gorizia cambia l’approccio alla diplomazia

Interessanti cambiamenti al polo universitario di Gorizia che resta sempre sotto l'ala del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell'Università di Trieste: il vecchio corso di laurea magistrale ha cambiato veste e sarà operativo da settembre tramutato in "Diplomazia e cooperazione".
Sarà sempre a numero chiuso con il passaggio agevolato per gli studenti della triennale mentre per gli studenti provenienti da altri dipartimenti compatibili con questa laurea dovranno espletare un esame d'accesso ed eventuali integrazioni. Rimane tale e quale invece la tradizionale triennale in Scienze internazionali e diplomatiche (Sid).
Coordinato dal docente Georg Meyr, il nuovo percorso parte da «un'idea di modifica dell'approccio alle relazioni internazionali, che lo stesso Ministero degli Affari esteri ha intrapreso, diventando anche “della cooperazione” - spiega Sara Tonolo, direttore del dipartimento -, perché si opera non più solo in modo tradizionale ma pure nell'ambito della cooperazione».
A questo itinerario si aggiunge anche un'ulteriore novità: «Abbiamo attivato una sinergia con il dipartimento di Ingegneria e Architettura», che si trova sempre a Gorizia nella stessa struttura, l'ex seminario vescovile di via Alviano.
«Così grazie ad alcune competenze che hanno i docenti in materia di gestione dei diritti ambientali - continua Tonolo -, uno dei temi del corso riguarda l'impatto di alcuni fenomeni climatici sugli spostamenti delle popolazioni».
Un esempio concerne l'insegnamento in Geo-economics of sustainable development, ma i corsi sono ancora pochi, tanto che il direttore auspica un finanziamento per ampliare la didattica, perché «abbiamo potuto fare questo con i docenti di ruolo in servizio al momento. E poi, se prima tirocini e stage erano opzionali, ora diventano obbligatori, per rendere il corso più professionalizzante».
Come accadeva precedentemente, gli insegnamenti del primo anno (Psicologia delle organizzazioni e del negoziato ed elementi di leadership, Geopolitica, lingua francese o inglese, due corsi questi ultimi che non saranno più obbligatori entrambi) rimarranno uguali per tutti gli studenti, mentre il secondo anno si dividerà tra due opzioni, Diplomazia o Cooperazione.
«Il primo assorbe gli aspetti tradizionali della vecchia magistrale, quindi Relazioni internazionali, Diritto ed Economia e altri - spiega Tonolo -, mentre Cooperazione ingloberà temi quali quelli ambientali e un'economia rivolta allo sviluppo, cioè al taglio del corso».
New entry anche per alcuni professori: Economia sarà insegnata interamente in inglese (così come la maggior parte degli altri corsi) e due docenti del dipartimento di Ingegneria e Architettura si presteranno anche alla nuova magistrale.
Inoltre una ricercatrice insegnerà lingue africane, che diventeranno un vero e proprio insegnamento assieme a tedesco, spagnolo, arabo, che non saranno più quindi seminari facoltativi. Questi ultimi invece diventeranno dei laboratori, che partiranno dal secondo anno e saranno tenuti da esperti esterni «per attualizzare le conoscenze teoriche con l'esperienza pratica», in alternativa ai tirocini.
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