A Gorizia 191 bebè nel 2020, solo uno nato a Šempeter

Confini chiusi nel 2020, ma il progetto transfrontaliero non è mai decollato. Elia partorito in casa è l’unico goriziano doc

TRIESTE Uno a uno: pari e patta, verrebbe da dire. Ma suona quasi paradossale che nell’anno della proclamazione di Gorizia e Nova Gorica a Capitale europea della Cultura 2025 e del rafforzamento della città unica, per quanto riguarda i parti, rimanga pressoché lettera morta l’accordo sulla collaborazione transfrontaliera in campo sanitario. A leggere l’elenco dei bambini registrati all’Ufficio anagrafe di Gorizia è però proprio così: solo uno dei 191 neonati registrati in municipio nel corso del 2020 risulta essere venuto al mondo all’ospedale di Šempeter. E la cosa curiosa è che lo scorso anno c’è stato un nato anche nel capoluogo isontino, dove però il reparto materno-infantile è chiuso ormai dall’estate del 2014.

Era stato proprio una settimana dopo la chiusura del punto nascita del San Giovanni di Dio che la Regione aveva siglato un accordo con il nosocomio d’oltreconfine per permettere alle donne goriziane di partorire a pochi passi da casa senza doversi sobbarcare una trasferta a Monfalcone, Trieste, Udine o in un ospedale della Bassa friulana. A dispetto di quella convenzione, alla fine, è palese che le mamme hanno preferito spostarsi di qualche decina di chilometri piuttosto che andare in Slovenia. La pandemia, forse, ha ridotto i numeri, ma la verità è che il progetto non è mai davvero decollato. «L’accordo è ancora in piedi - conferma l’assessore comunale al Welfare, Silvana Romano -, ma è chiaro che da parte delle famiglie goriziane non c’è interesse a far nascere i propri figli a Nova Gorica. Negli anni lo ha fatto qualche coppia, ma di solito si è trattato di quelle con la doppia cittadinanza».

In questa sorta di diaspora, Monfalcone si trova, ovviamente, in pole-position. Per distanza da Gorizia - eccezion fatta per l’ospedale di Šempeter - il San Polo rappresenta l’alternativa più facile da praticare. È la prima scelta; e, infatti, lo scorso anno, a partorire nella Città dei Cantieri sono state 136 mamme goriziane. Il gradino più alto del podio non è in discussione. Per numero di nati goriziani, Monfalcone stacca nettamente il secondo posto. Ma va rilevato che ci sono state, comunque, 27 coppie che hanno scelto Trieste, 9 che hanno optato per Udine e altre 5 che si sono spinte oltre, 4 fino a Latisana e una fino a San Vito al Tagliamento. Ci sono poi i goriziani “oriundi”, nati qua e là in giro per l’Italia: ai due di Roma, e a quello nato a San Dorligo della Valle, se ne aggiungono uno a testa per Milano, Aprilia, Cesena, Mirandola, Napoli, Nuoro, Rimini e Verona. All’estero, oltre a quello di Šempeter, si conta il bambino (o bambina) venuto alla luce in Austria a Garmisch-Partenkirchen.

Quali siano le scelte dei genitori, di certo c’è che il consuntivo del 2020 si chiude con un +1 rispetto all’anno precedente e per i più romantici è bello pensare che a fare la differenza sia stato proprio Elia, il bambino nato in casa alla metà dello scorso aprile nel bel mezzo del lockdown. —

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