A fuoco il tetto di un palazzo in via Maovaz Dieci famiglie sfollate in strada per tre ore

«Signora, scenda, presto, c’è un incendio nella sua palazzina». I residenti del civico 4 di via Maovaz, nel rione di Borgo San Sergio, hanno pensato fosse uno scherzo quando i pompieri, verso le 18 di ieri pomeriggio, hanno iniziato a suonare i campanelli delle diverse abitazioni. Solo nell’istante in cui hanno aperto le porte di casa e si sono accorti del fumo che aveva invaso la tromba delle scale, hanno capito che cosa stesse succedendo. E che l’emergenza era reale. Il rogo, di cui sono ancora ignote le cause, era scoppiato al quarto e ultimo piano dell’edificio e aveva coinvolto il tetto in legno della mansarda. Nessun intossicato né ferito. Solo tanta paura. Per fortuna, nel momento in cui è scoppiato, all’interno dell’abitazione non c’era nessuno. O quasi. Al piano inferiore, che fa parte sempre della stessa abitazione, c’erano quattro chihuahua, che sono stati celermente recuperati da una persona.
La proprietaria dell’appartamento coinvolto era uscita da poco più di un’ora per dirigersi con il figlio dalla madre, che abita a Muggia. È rientrata immediatamente. Sul posto ha trovato la polizia, un’ambulanza e tre squadre dei vigli del fuoco i quali, con l’autoscala, erano intenti a spegnere in tredici le fiamme dalla terrazza sul tetto. «Mi è andata bene, ero fuori in quel momento, mi mancava solo questo, sono choccata - ha raccontato la donna ai vicini di casa -. Ora non posso nemmeno tornare a casa, ho il tetto aperto, si rischiava che andasse a fuoco tutto».
L’incendio ha intaccato appunto il tetto della mansarda, che non ha subito particolari danni. Così hanno riferito i pompieri. All’interno si trovano le stanze da letto. Per questo la donna ha dovuto trascorrere la notte da qualche altra parte. E probabilmente anche nei prossimi giorni non potrà accedervi, poiché il tetto ora ha un buco.
Una decina di famiglie residenti che vivono nella palazzina sono state fatte evacuare per precauzione. C’è chi per la fretta è uscito in accappatoio. Sono rimasti in strada per oltre due ore, mentre i pompieri cercavano di spegnere le ultime fiamme. Via Maovaz è rimasta chiusa al traffico per un tempo altrettanto lungo. L’odore di bruciato continuava a uscire da ogni angolo della casa. In serata i pompieri hanno riferito che le famiglie sarebbero potute rientrare nei propri appartamenti. L’attesa è stata vissuta con molta ansia, anche perché erano presenti dei cardiopatici. «Abbiamo sentito un odore bestiale», hanno raccontato in molti mentre aspettavano di ritornare.
In realtà, quasi nessuno ha avvertito subito l’emergenza. «Eravamo in casa con le finestre chiuse perché avevamo l’aria condizionata accesa - spiega una donna -. Quando ci hanno avvertito, non ci credevamo. Siamo usciti poco dopo. Abbiamo preso di corsa il cellulare, per fortuna mio marito si è ricordato di recuperare le chiavi, altrimenti non avremmo potuto più entrare a casa».
Lo scorso inverno, proprio nel vicino complesso Ater, conosciuto come “dei puffi” per il colore azzurro della facciata, era divampato nel sottoscala un altro incendio. Un divano abbandonato aveva preso fuoco. Ma in via Maovaz, al numero 4, non era mai successa una cosa del genere.
Ora si indaga sulle cause del rogo che restano ancora sconosciute. Potrebbe essere stato un cortocircuito. Solo ipotesi per ora, perché nemmeno le forze dell’ordine sono riuscite ancora a individuare l’origine del fatto.—
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