A Fernetti spazi pronti in autunno per ospitare i semirimorchi turchi
Recintare 10 mila metri quadrati e realizzare un varco simile a quelli attivi in Porto nuovo, per consentire il lavoro della Dogana e della Guardia di finanza. Questi sono i compiti che attendono l’Interporto di Fernetti per quanto riguarda le aree di punto franco spostate dal Porto vecchio al Carso. Uno spostamento che dovrebbe diventare operativo all’inizio del prossimo autunno. Si tratta di uno spazio importante dal punto di vista logistico per l’Autorità portuale, perchè consentirà agli shuttle ferroviari di trasportare a Fernetti i semi-rimorchi da/per la Turchia. Una movimentazione che si prospetta quantitativamente rilevante e che viene stimata dalla direzione dell’Interporto attorno ai 25-30 mila mezzi all’anno. Fernetti sta approntando i progetti con le specifiche richieste da Dogane e Fiamme Gialle: una volta che le amministrazioni interessate daranno il via libera all’esecuzione di recinzione e varco, l’Interporto - calcola il direttore Oliviero Petz - sarà in grado di consegnare lo spazio attrezzato nel giro di un paio mesi.
E’una stagione dalle molte novità per l’ex Autoporto, che sta ridisegnando la sua missione aziendale, orientandola sempre più verso lo svolgimento di attività retroportuali, come spiegano il presidente Giacomo Borruso e l’amministratore delegato Nicoletta Paganella. Cambiamento operativo che potrebbe avere riflessi anche sul prossimo riassetto dell’impianto azionario. Primo socio dell’Interporto è infatti la dissolvente Provincia, che possiede il 36% del pacchetto, per un valore nominale di 1,9 milioni di euro. La share di Fernetti non è uno di quei beni che Palazzo Galatti deve mollare entro il primo luglio, ma nell’arco di alcuni mesi una decisione andrà comunque presa. Vari gli scenari: per esempio un assorbimento della partecipazione da parte della Regione Fvg, già presente nel panel societario con la finanziaria Friulia (3%). Oppure nel risiko societario l’interlocutore «preferenziale» - come riferiscono in via ufficiosa in Provincia - potrebbe diventare, coerentemente all’evoluzione operativa legata al sistema banchina-binario, proprio l’Autorità portuale, detentrice di un modesto 6%. Il Comune di Trieste ha iscritto l’Interporto tra le partecipazioni (24% e circa 1,3 milioni di valore nominale)) strategiche.
A proposito di binario, il 5 luglio esordirà il servizio ferroviario pensato per comunicare con i mercati russi: il convoglio “TransRussia” - argomenta il responsabile del marketing Fabio Predonzani - avrà inizialmente partenze bisettimanali e collegherà Fernetti con il terminal slovacco di Dobra, dove viene gestito il cambio di scartamento. Per ogni treno un massimo di 45 teu. Poi da Dobra si apre il ventaglio di opportunità che riguarda le destinazioni russe, kazake, ecc. Mobili, macchinari, piastrelle in export; prodotti siderurgici, chimici, forestali in import. Tra elettrificazione ferroviaria e nuove strutture di magazzinaggio l’Interporto ha investito, con mezzi propri e con il supporto del Frie, 3 milioni di euro. D’altronde - insistono i vertici - il bilancio 2015 ha segnato il “sorpasso” da parte delle entrate da magazzinaggio rispetto ai tradizionali ticket camionistici. Lo scorso anno il fatturato è stato di 4,8 milioni (+14%), il margine operativo lordo ha raggiunto il 30%, l’utile netto 220 mila euro. Tra dipendenti dell’Interporto e delle 25 aziende ospitate lavorano a Fernetti quasi 200 persone.
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