A Est è già iniziata la corsa per il “petrolio bianco”

Il futuro? Auto elettriche, non inquinanti, che circolano sulle strade delle città europee e nel resto del mondo, alimentate da sempre più potenti batterie agli ioni di litio. Litio che potrebbe portare, in un'epoca non così remota, enormi quantità di denaro nelle casse di colossi stranieri che si occupano di estrarre il prezioso minerale. E anche nelle casse pubbliche dei Paesi che nascondono enormi e ancora non sfruttati giacimenti. Come la Repubblica Ceca e la Serbia.
Cechia e Serbia dove è iniziata da tempo una vera e proprio corsa, ancora poco conosciuta, per mettere le mani sul nuovo oro o petrolio bianco che dir si voglia, il litio. Lo confermano le notizie in arrivo da Cinovec, un paesino ceco al confine con la Germania, antica tradizione mineraria finita ingloriosamente nel 1990, dopo la caduta del regime socialista. Cinovec dove il colosso australiano-britannico European Metals Holdings Limited, dal 2014 proprietario delle licenze di ricerche ed estrazione in zona, ha annunciato la pubblicazione di uno «studio di pre-fattibilità» per il prelevamento di tonnellate di litio dalle miniere della zona, famose un tempo solo per il tungsteno e lo stagno, ultimo passo prima dell'arrivo dei minatori. Le esplorazioni a Cinovec, iniziate nel 2016, «hanno superato tutte le nostre aspettative», ha confermato nei giorni scorsi Keith Coughlan, numero uno di Emh in Europa, che ha ipotizzato che nelle profondità del paesino ceco si nasconderebbe «un deposito molto ampio, il più grande in Europa e il quarto nel mondo».
Quanto ci vorrà per arrivare alle operazioni di scavo? Potrebbe bastare un solo anno o poco più, ha svelato Emh, un tempo molto ridotto che fa capire l'importanza delle riserve di litio a Cinovec. Importanza confermata dalla "location" di Cinovec, a un passo dalla Germania, «dove l'industria automobilistica punta sulle macchine elettriche e dove il governo spinge sulle energie rinnovabili», ha ammesso il manager. «E la domanda globale di litio è destinata ad aumentare esponezialmente», con Cinovec pronta a soddisfarla in un futuro non lontano. «La gente sarà sorpresa da quanto rapidamente le auto elettriche prenderanno quota», ha confermato di recente l'esperto Ramez Naam al sito specializzato Factor Daily, impressioni corroborate anche da studi della Deutsche Bank, che ha previsto una crescita triplicata del consumo di batterie al litio nel prossimo decennio.
Ma potrebbe non essere solo Cinovec a far parlare di sé. A mille chilometri di distanza, nella regione dello Jadar, Serbia occidentale, un altro colosso, Rio Tinto, con base a Londra, da anni ha messo gli occhi su quello che potrebbe essere un giacimento enorme di litio, capace di «soddisfare il 10% della domanda globale», scoperto nel 2004. Anche qui, vicino a Loznica, il «progetto è nella fase dello studio di fattibilità», specifica il sito di Rio Tinto dedicato al progetto Jadar. Progetto, sui cui si sono investiti in ricerche già 90 milioni di euro, che è potenzialmente interessante anche per la scoperta di un nuovo tipo di minerale, battezzato «jadarite, dalla composizione simile all'immaginaria kriptonite dei film di Superman», da cui separare «acido borico e carbonato di litio», fra gli elementi principali delle batterie, spiega Rio Tinto.
L'obiettivo, quello di creare nei prossimi anni una «miniera sotterranea con strutture di lavorazione e trasporto, con una vita della miniera calcolata in 50 anni. E che tutto vada in questa direzione è confermato anche dai dettagli, come l'apertura di un "infocenter" a Loznica, per informare la popolazione sui progressi di Jadar. E anche da congetture ancora non dimostrate. Come i negoziati che sarebbero in corso tra l'Ungheria e la Tesla Motors, per la costruzione di una "Gigafactory" dove si produrranno auto elettriche e batterie, un progetto da cinque miliardi di euro. Anche altri Paesi, come Francia, Spagna, Estonia, Polonia e la Romania, sarebbero interessate ad attirare Elon Musk. Ma il fatto che Budapest sia a metà strada tra Jadar e Cinovec potrebbe giocare un ruolo strategico.
Riproduzione riservata © Il Piccolo