A Cherso i cinghiali fanno strage di agnelli

Gli allevatori dell'isola quarnerina corrono ai ripari con una grande battuta di caccia. In aiuto anche le doppiette italiane

CHERSO. Non sanno nemmeno più a che santo votarsi, fiaccati da anni in cui i cinghiali hanno ridotto le loro greggi, uccidendo e cibandosi di centinaia, anzi migliaia di agnelli. Gli allevatori di ovini di Cherso sono ormai alla canna del gas, disperati, sfiduciati, consci che manca poco alla morte di una delle attività simbolo dell’isola altoadriatica, colpita gravemente dall’introduzione – una trentina di anni fa – dei cinghiali, specie alloctona per Cherso e dunque causa di guai per gli isolani.

Gli animali erano stati portati sull’isola assieme ai daini, allo scopo di dare vita al turismo venatorio. Ma con gli anni, i recinti che impedivano agli animali di fuggire dalle riserve di caccia nell’area di Tramontana (a nord di Cherso), sono stati sconfitti dall’incuria umana e dagli agenti atmosferici. Trovato un varco, cinghiali e daini si sono riversati e riprodotti in tutto l’arcipelago chersino-lussignano, con danni enormi per gli allevatori di ovini e per gli agricoltori.

Giorni fa, su iniziativa del Comitato locale di Vallone (Valun in croato), si è tenuto nell’antico villaggio di Lubenizze un incontro tra i locali ovinicoltori e il presidente della società venatoria chersina Orebica, Anton Cul. Sono state gettate le basi della futura e necessaria collaborazione poiché la presenza dei cinghiali (“porchi selvadighi”, come vengono chiamati a Cherso) sta riducendo al lumicino attività e guadagni degli allevatori.

Solo nel piccolo villaggio di Pernata (Pernat) i cinghiali oltre al raccolto nei campi coltivati hanno sbranato l’anno scorso una cinquantina di agnelli, con i loro proprietari che non hanno ricevuto nemmeno un centesimo di risarcimento. «Non è stato possibile ottenere il rimborso – ha spiegato il presidente del Comitato locale, Ivan Mlacovic – in quanto le condizioni da rispettare in casi del genere sono troppo complicate».

Pernat si trova nella zona chiamata Gerbin, dove la caccia ai cinghiali non è decollata e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. È stato deciso che domani e domenica sarà organizzata una battuta di caccia ai cinghiali, con la partecipazione delle doppiette chersine e anche di un paio di allevatori. Gli isolani saranno aiutati nelle prossime settimane da una decina di cacciatori italiani che hanno accettato l’invito dei colleghi chersini.

Se in zona Gerbin la situazione appare difficile, è invece sensibilmente migliorata nell’area di Tramontana, dove il numero di selvaggina alloctona è in continua diminuzione. Un’opera di selezione attraverso la continua opera dei cacciatori. Va ricordato come i cinghiali - animali capaci di riprodursi rapidamente e con un numero molto elevato - siano stati visti non solo a Cherso ma anche nel profondo sud dell’isola di Lussino, con bestioni che grufolavano nella splendida baia di Cigale, a poca distanza da gruppi di lussignani e di turisti.

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