A casa dopo lo sfratto, arrivano i carabinieri

Un’inquilina Ater cacciata per morosità aveva forzato la serratura. L’alloggio è stato sequestrato
BRUNI TRIESTE 29 12 05 ATER,UFFICI
BRUNI TRIESTE 29 12 05 ATER,UFFICI

Si chiama Graziella Chelleris. Fino a pochi mesi fa abitava regolarmente all’interno 47 dello stabile di via Conti al civico 8. ed era uno dei tanti inquilini dell’Ater. Ma poi è diventata uno dei 520 sfrattati dall’ente di edilizia popolare. Il provvedimento definitivo dell’Ater le è stato notificato nello scorso mese di novembre. Ma - secondo gli accertamenti dei carabinieri - l’inquilina anziché lasciare libero l’alloggio come avrebbe dovuto, è rimasta dentro. Per farlo ha forzato la porta e ha sostituito la serratura. Si è trovata in breve così accusata di occupazione abusiva. Il finale di questa triste vicenda è avvenuto venerdì quando i carabinieri si sono nuovamente presentati e hanno sequestrato la casa occupata abusivamente. Il sequestro preventivo è stato disposto dal giudice Laura Barresi su richiesta del pm Pietro Montrone, il magistrato titolare del fascicolo.

L’inchiesta della Procura è scattata lo scorso 26 gennaio dopo la querela sporta dall’ufficio legale dell’Ater. Dopo alcuni accertamenti dei carabinieri è emerso, secondo la Procura, il consistente pericolo che l’ex inquilina potesse nuovamente occupare la casa abusivamente «impedendo - si legge nel provvedimento - l’effettiva consegna dell’alloggio al potenziale legittimo assegnatario». Così è stato disposto il sequestro dell’appartamento occupato abusivamente.

Dice a questo proposito l’avvocato Raffaele Leo, presidente dell’Ater: «Purtroppo è un grave problema dovuto alla morosità. Per regola si cerca di concordare un piano di rientro dei canoni per non penalizzare gli inquilini che si trovano in difficoltà. Perché noi dobbiamo dare le case e non certo toglierle. Ma abbiamo l’obbligo di agire, anche e soprattutto perché si tratta di beni pubblici dei quali dobbiamo rispondere. Per questo abbiamo l’obbligo di denuncia all’autorità giudiziaria».

La vicenda del sequestro preventivo dell’alloggio fa seguito alla raccolta firme dell'Assemblea sociale per la casa per sensibilizzare le istituzioni - Prefettura e Comune in particolare - sull’emergenza abitativa in città e sul problema sfratti. Oltre 300 le firme raccolte in due settimane, una decina dal mondo politico locale: consiglieri comunali, provinciali e regionali. «Ci sono più di 520 famiglie sfrattate a Trieste, città che in questo è maglia nera dell’intera regione, e per la maggior parte sono sfratti per morosità incolpevole», ha recentemente affermato Alfredo Racovelli, dell’Asc -. «Con questa sottoscrizione popolare chiediamo un incontro con il prefetto, per sensibilizzare le istituzioni sull'applicazione di una legge nazionale che prevede per le famiglie sfrattate un percorso di accompagnamento sociale da casa a casa. Serve una moratoria degli sfratti cui devono aggiungersi soluzioni abitative: la situazione è ormai insostenibile dal punto di vista sociale ed umano e rischia di sfociare in tragedia. La città si sta mobilitando e ora devono muoversi anche le istituzioni». (c.b.)

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