A 90 anni Antonietta continua a curare la chiesa di Fogliano

Da otto lustri ogni mattina nella parrocchiale di Santa Elisabetta Ha sempre svolto l’attività in modo volontario e senza compensi 
FOGLIANO. I 90 anni li ha festeggiati da pochi giorni. E da pochi giorni ha tagliato anche il traguardo dei quarant’anni di onorato servizio, sempre in modo volontario e senza mai percepire un centesimo, a favore della comunità cristiana di Fogliano Redipuglia. A tutto vantaggio della chiesa parrocchiale di Santa Elisabetta, per essere più precisi. Ogni giorno, da 40 anni appunto, vi si reca per fare le pulizie, mettere a posto e controllare che non ci sia qualcosa da rammendare.


È una vera e propria anima storica del paese, Antonietta Guidolin, classe 1927, che, dopo tanti anni al servizio della parrocchia foglianina, afferma con convinzione di non essere ancora affatto stanca. Anzi. Agguantati i 18 lustri di vita, Antonietta mostra con soddisfazione i tanti fiori che le sono stati recapitati. Segno di affetto e di amicizia dei parenti e dei tanti compaesani che, con grande gioia e sorpresa, le hanno fatto arrivare anche la benedizione impartitale da Papa Francesco. E lei mostra con orgoglio e commozione la pergamena vergata dal Pontefice.


Prima di sei fratelli e sorelle, Antonietta Guidolin ha lavorato come sarta e, poi, al cotonificio di Piedimonte del Calvario e Gorizia. Antonietta ha attraversato gli anni difficili della Seconda guerra mondiale e del dopoguerra. Ricorda quando proprio durante il conflitto arrivò alla stazione di Redipuglia il treno merci destinato ai campi di concentramento tedeschi nei quali vennero stivati anche numerosi foglianini. «Eravamo giovani – sono le sue parole – e capivamo poco di cosa nascondevano quei momenti di terrore. Ma rammento come fosse oggi quando arrivarono i tedeschi per un rastrellamento e noi avevamo i partigiani nascosti in casa, nel granaio. Se li avessero beccati, non saremmo qua. Ma per fortuna, quella sera, i soldati non salirono». Momenti anche di sofferenza. Non tanto per la fame, ma per la grande povertà. «Si mangiava bene, non troppo – aggiunge Antonietta –, ma qualcosa di buono a tavola c’era sempre». Ricordi di una vita passata, di pagine di storia solo sbiadita dal tempo.


I genitori, veneti, erano mezzadri della famiglia Cosolo, i più importanti proprietari terrieri di Fogliano. Il padre, cantore tra le fila del coro diretto da don Narciso “Ciso” Miniussi, che fu anche un famoso compositore, ci teneva che tutti frequentassero la chiesa e così hanno continuato a fare le figlie. Tanto che, a 90 anni, Antonietta ogni mattina, puntuale alle 7, si reca in chiesa per le pulizie e per controllare se c’è qualcosa da fare per rendersi utile. Gli occhi vispi e attenti hanno ancora tanto da raccontare, anche se qualche ricordo scappa.


Ha visto passare, durante il suo ininterrotto servizio a favore della comunità, ben nove parroci e sette arcivescovi. E per il futuro? Nessun problema: Antonietta Guidolin va avanti con la stessa grinta di sempre, con la stessa tenacia e voglia di vivere. L’unico pensiero glielo danno forse i giovani, sullo sfrenato uso della tecnologia. «Noi giocavamo per strada – prosegue – ed avremo sempre qualcosa da raccontare. Ma i nostri giovani, quelli sono sempre sul cellulare e questo non può che preoccuparmi. Forse, tra mille difficoltà e tanta sofferenza, il nostro stile di vita era migliore, più naturale e più spontaneo di quello attuale».


@luca_perrino. ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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