25 aprile senza benzina: chiusi tutti i distributori

Una città a secco. Ecco come si è presentata ieri Gorizia a tutti quegli automobilisti che, desiderosi di festeggiare il 25 aprile con una bella gita fuori porta, si sono messi a caccia di un distributore per fare il pieno alla propria vettura. Una caccia che, volenti o nolenti, li ha portati dritti dritti nella tana del “nemico”, ovvero nella vicina Slovenia. Già perché ieri trovare una pompa aperta in città era una missione pressoché impossibile: tutti hanno deciso di tenere le serrande chiuse.
Una scelta, quella dei benzinai goriziani, che ha il sapore amaro di una resa incondizionata nei confronti dei colleghi d’oltre confine, che continuano a intercettare la clientela italiana nonostante i prezzi lievemente superiori rispetto a quelli garantiti ai residenti nella fascia confinaria, col contributo regionale di 21 centesimi al litro. L’abitudine di fare il pieno in Slovenia sembra dunque essere talmente radicata nei goriziani da travalicare la logica del mero risparmio, rivelandosi un muro culturale davvero difficile da abbattere. E sul quale, ieri, i rappresentanti di categoria hanno deciso di issare la bandiera bianca.
Certo è che lascia comunque perplessi l’impossibilità di trovare almeno un distributore aperto in città. E se è vero che chi era proprio a secco poteva sempre fare benzina utilizzando il self service (segnalato, tra l’altro, solo da alcuni distributori con l’apposito cartello), è altrettanto vero che in quel caso il carburante andava pagato a prezzo era pieno, senza poter usufruire dello sconto regionale.
All’origine della situazione paradossale creatasi ieri a Gorizia c’è la liberalizzazione degli orari dei distributori di carburante che, dal 2013, ha abolito l’obbligo di tenere aperte a turno le pompe di benzina nelle giornate festive. E, di conseguenza, tolto alla clientela ogni possibilità di sapere dove trovare i distributori aperti, costringendo spesso gli automobilisti a girovagare di pompa in pompa con la speranza di non rimanere a secco prima di aver trovato rifornimento. Nel caso di ieri, una speranza che è rimasta vana.
«Da quando hanno eliminato i turni festivi nessuno può obbligare nessuno a rimanere aperto - precisa a riguardo Pio Traini, per anni numero uno dei benzinai provinciali e regionali e ora presidente regionale di ConfCommercio -. Ormai siamo rimasti in pochi ed evidentemente oggi (ieri, ndr) nessuno ha avuto voglia di rimanere aperto tutto il giorno per rimetterci dei soldi. Perché è questo che succede: vendere in una giornata sì e no 100 litri di carburante significa portare a casa un guadagno di 30 euro lordi che non basta nemmeno a coprire le spese, tra corrente e costi vari. A quel punto è meglio rimanere chiusi».
Arrendersi senza combattere, quindi? «La gente è convinta di risparmiare andando in Slovenia, ma non è così. Qui a Gorizia siamo sempre un millesimo sotto il prezzo di oltre confine, al quale ci adeguiamo continuamente, con un margine sempre più risicato». Eppure la gente continua ad attraversare l’ex confine per fare il pieno. «Se gli automobilisti si abituassero a venire da noi e avessimo un riscontro diverso, positivo, nell’arco dell’anno è logico che apriremmo anche noi nelle giornate festive. Non siamo mica dei kamikaze. Allo stato attuale, però, andremmo solo a rimetterci» conclude Traini.
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