In Risiera la cerimonia ufficiale per il 25 Aprile a Trieste: contestato il sindaco Dipiazza
Nonostante gli scontri la commemorazione è iniziata regolarmente alle 11. Ingressi rallentati dai controlli e dalle tensioni esterne, Monumento difficile da raggiungere per i blocchi stradali

Nonostante le tensioni che hanno caratterizzato le prime ore del 25 Aprile a Trieste, con gli scontri tra gli antagonisti che hanno preso parte al corteo non autorizzato partito da San Giacomo e le forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa e, la cerimonia istituzionale alla Risiera di San Sabba alla presenza delle autorità civili, militari e religiose è iniziata regolarmente alle 11.
Sono presenti anche i sindacati e l'Anpi, tanti i gonfaloni di alcuni comuni della zona e delle associazioni combattentistiche e d'arma. La cerimonia è cominciata con la deposizione di una corona di fiori davanti al punto dove sorgeva il forno crematorio.
Il sindaco Dipiazza contestato
Il primo tra le autorità a prendere la parola è stato il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza: dopo le prime parole il primo cittadino è stato contestato con fischi, insulti e il coro di “Bella Ciao” cantato dai presenti.
Il sindaco ha parlato leggendo l'intero discorso nonostante la contestazione. La contestazione non è stata dovuta al contenuto dell'intervento ma probabilmente al mancato patrocinio da parte dell'amministrazione comunale alla manifestazione organizzata per il 25 Aprile. Il sindaco è stato nuovamente contestato mentre lasciava la Risiera dalla folla di manifestanti all'esterno di San Sabba. "Siamo tutte antifasciste" e "siamo tutti antifascisti", hanno scandito ripetutamente.
Il discorso del sindaco
Il sindaco ha iniziato il suo discorso con il ricordo di Papa Francesco: "Oggi celebriamo il 25 aprile più soli, in un contesto di lutto nazionale per la scomparsa dell’amato Papa Francesco che è tornato alla Casa del Padre” ha detto, per poi ricordare il significato di questo giorno: “Non esistono cose buone dinanzi alle barbarie che si sono compiute durante la seconda guerra mondiale e non esiste alcuna giustificazione per nessun tipo di dittatura. Libertà, pace, democrazia hanno rappresentato e rappresentano le fondamenta della civiltà italiana ed europea e sono stati i valori della Resistenza in un periodo storico caratterizzato da differenti e sofferte storie personali e di comunità.
La Risiera come monito
Sul 25 aprile ha aggiunto: “Anche se la nostra Trieste ha dovuto attendere più tempo per tornare ad avere un proprio equilibrio istituzionale questo giorno rappresenta non solo la fine di un'epoca buia, ma anche l'inizio di un nuovo cammino per l'Italia, un cammino verso la libertà e la democrazia. Questo giorno segna la liberazione dell'Italia dal giogo del nazifascismo, un momento in cui il coraggio e la determinazione di tanti hanno permesso di spezzare le catene dell'oppressione”.
"La Risiera di San Sabba, che oggi ci ospita, è un luogo emblematico di questa memoria storica – ha aggiunto il sindaco -. Un ex campo di concentramento e di sterminio, è un monito delle atrocità commesse durante quel periodo. Qui, ricordiamo non solo le vittime, ma anche il valore della libertà che abbiamo riconquistato. Non possiamo ignorare lo scenario internazionale attuale, che ci presenta sfide significative e preoccupanti. I conflitti che stiamo vivendo ci ricordano che la lotta per la libertà e la democrazia è tutt’altro che conclusa. Queste lotte non sono lontane da noi e sono una testimonianza della necessità di rimanere vigili e attivi nella nostra difesa della democrazia e dei diritti umani.
Applausi per la sindaca Hrovatin
Diversamente da Dipiazza, molto applaudito è stato l’intervento della sindaca di Sgonico Monica Hrovatin, che parlato di attualità: dai dazi di Trump alla guerra in Ucraina e a Gaza.
"Siamo nel mezzo di una guerra commerciale senza precedenti, con il paese che abbiamo da sempre reputato nostro amico e alleato – ha detto –. In questo momento, nessuno di noi ha risposte su dove andremo a finire, ma i dubbi quelli sì, quelli sono forti perché minano tutto ciò ciò in cui ha creduto e su cui si è basata la nostra società dal dopoguerra ad oggi. Credevamo tutti ormai di possedere gli anticorpi contro l'odio, le guerre e le sopraffazioni, ma non è così. La comfort zone nella quale ci siamo rifugiati grazie a un’esponenziale crescita economica e al benessere si sta ora mostrando in tutta la sua fragilità. Basta vedere cosa sta succedendo nemmeno tanto lontano lontano da noi, con le preoccupanti tensioni nei Balcani, con la guerra in Ucraina e sulla striscia di Gaza per capire quanto male riesce ad infliggersi l'uomo. Non possiamo rimanere indifferenti di fronte alla sofferenza e alla morte.
La nostra umanità ci impone di agire, di far sentire la nostra voce e di chiedere con forza la fine dell'ostilità e l'avvio di un percorso di pace. È necessario un impegno politico serio. È fondamentale ricordare che ogni vita persa è una tragedia, ogni bambino ferito porta con sé cicatrici indelebili”.
La sindaca ha concluso il suo intervento con un appello ai giovani: “L'anniversario della liberazione il 25 aprile non è solo una data sul calendario, una ricorrenza storica da studiare sui libri. Quella lotta partigiana per la libertà, per la dignità umana, per la possibilità di esprimere le proprie idee senza paura è un'eredità preziosa che vi appartiene direttamente. Il 25 aprile ci ricorda il coraggio di chi si è ribellato all'oppressione e di chi ha scelto di non rimanere indifferenti di fronte all'ingiustizia, di chi ha lottato spesso al posto della propria vita per un futuro migliore. Attenzione però, la libertà non è scontata, è un bene fragile che va coltivato e difeso ogni giorno con le nostre scelte, il nostro impegno civile, la nostra capacità di indignarci di fronte alle nuove forme di ingiustizia e discriminazione. Interrogate i vostri nonni, leggete, informatevi. Le loro storie sono un patrimonio inestimabile. Siate protagonisti del vostro tempo. Come i giovani di allora hanno avuto il coraggio di lottare per i loro ideali, anche voi avete il potere di fare la differenza”.
Il vicepresidente dell’Anpi Salimbeni
Tra gli interventi si è poi registrato quello del vicepresidente nazionale dell’Anpi Alessandro Pollio Salimbeni:
“Essere partigiano, essere resistente, contrapporsi, essere testimoni della lotta all'indifferenza: era quella la scelta ed era una scelta di vita, sono tutte scelte di vita, non di morte. Noi dobbiamo celebrare chi ha lasciato la sua vita e bisogna trasformare il dolore in una nuova grande occasione di stimolo e di impegno. Cosa abbiamo fatto in questi 80 anni? Certo, l'Italia ha molte cose che vanno cambiate. Molte andrebbero addirittura rifatte. Ma siamo una grande democrazia. Una democrazia che si fonda sulla partecipazione”.
Le parole della Regione
"La cerimonia è stata segnata dalle tensioni scoppiate già nel corso della mattinata durante il corteo e dalle contestazioni rivolte in modo plateale a un intervento — quello del sindaco — che, per contenuti e toni, appariva largamente condivisibile. Come ho avuto modo di condividere con il governatore Fedriga, che mi ha contattato dall'estero, dove si trova per una missione istituzionale, si tratta di una serie di episodi che lasciano l'amaro in bocca, perché, se l'obiettivo è trasformare questa ricorrenza in un momento di autentica unità nazionale, non si può accettare che persistano frange intenzionate a strumentalizzarla per alimentare divisioni e anacronistiche contrapposizioni”. Questo il commento l'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti, a margine della cerimonia.
Fedriga e Roberti hanno poi rivolto un ringraziamento alle donne e agli uomini delle forze dell'ordine per il loro prezioso lavoro e per aver saputo gestire anche i momenti di tensione con professionalità e competenza.
Controlli e polemiche
L’ingresso del pubblico era libero fino al raggiungimento della capienza massima di 2.200 persone, secondo il piano di sicurezza predisposto dal Comune.
Tra i presenti non è passato inosservato il cantante Piero Pelù.

L’ingresso al Monumento è stato rallentato dai controlli e dalle tensioni esterne, così come anche raggiungere la Risiera si è rivelato estremamente difficoltoso a causa dei blocchi stradali, tra cui l’uscita di Valmaura chiusa sulla Grande Viabilità.
Metal detector e polizia in assetto antisommossa sono stati contestati dai partecipanti del corteo autorizzato del Comitato 25 Aprile, tra cui il segretario provinciale della Cgil Massimo Marega e i consiglieri comunali di Adesso Trieste.

Questi ultimi hanno parlato di “Misure assolutamente ingiustificate a fronte di una partecipazione pacifica della cittadinanza. Per questo al termine del corteo del Comitato 25 Aprile abbiamo deciso di non partecipare alla cerimonia ufficiale in Risiera”.
Al termine dell’evento e dei discorsi istituzionali, il Coro partigiano triestino Pinko Tomažič offrirà la sua tradizionale esibizione nel cortile interno del memoriale.
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